Bonanni: “A settembre un accordo tra il Governo e le parti sociali”

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Bonanni: “A settembre un accordo tra il Governo e le parti sociali sull’agenda per il Paese”.

 

Il Segretario Generale della Cisl, nel corso del Comitato esecutivo, e’ tornato a sollecitare il premier Letta ad avere più coraggio nell’affrontare i nodi irrisolti che attanagliano il sistema istituzionale ed economico del nostro paese.

 

Roma, 22 luglio 2013. “A settembre occorre fare un accordo forte tra il Governo e le parti sociali per dare più incisività all’azione dell’esecutivo e attenuare così le fibrillazioni e le spinte negative che si muovono ogni giorno nel quadro politico. Solo così il Governo andrà avanti “. Lo ha detto oggi il Segretario Generale della Cisl, Raffaele Bonanni al comitato esecutivo della Confederazione, in corso a Roma.
“Il Presidente del Consiglio Letta è oggi l’unico che può gestire questa delicata fase della vita economica e sociale del paese. Non ci sono alternative a questo Governo. Ma abbiamo bisogno di una politica nuova e coraggiosa altrimenti non cambierà nulla in termini di investimenti, di occupazione e di ripresa dei consumi per le famiglie. Letta deve avere più coraggio nell’affrontare i nodi irrisolti che attanagliano da più di vent’anni il sistema istituzionale ed economico del nostro paese. Se Letta avrà coraggio avrà l’appoggio anche del sindacato, dei lavoratori e dei pensionati. Per questo diremo nei prossimi giorni al Presidente del Consiglio che a settembre occorre fare una sintesi chiara su quella che deve essere l’agenda per il paese, in particolare su tutti i provvedimenti ordinari e straordinari da varare entro la fine dell’anno. L’agenda è quella che abbiamo espresso come sindacato in occasione della manifestazione unitaria dello scorso 22 giugno. Dobbiamo ripartire da lì: meno tasse sul lavoro e pensioni, intensificazione della lotta all’evasione fiscale, riduzione dei costi abnormi delle istituzioni e della spesa pubblica improduttiva, più agevolazioni fiscali e contributive per chi investe e assume i lavoratori, vendita del demanio pubblico. Occorre una svolta nell’economia, quella che al Congresso della Cisl abbiamo definito uno “choc fiscale” positivo. Ma non vogliamo vedere film già visti in passato, come è accaduto per la sciagurata privatizzazione di Telecom. Non si illudano di fare cassa vendendo le aziende pubbliche come Eni, Enel, Finmeccanica o Poste, la cui governance va anzi rafforzata con l’introduzione dei fondi pensioni nel capitale finanziario, verso una piena democrazia economica”.