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Un’indagine Cisl – Università di Firenze mette in luce che in cinque anni i lavoratori hanno perso 1.040 euro di reddito. “Numeri inquietanti” che non permettono di uscire dalla crisi. Il segretario: “Abbattere l’Irpef, tagliare le spese improduttive”
Sono “inquietanti”, per il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni, i dati elaborati nell’indagine condotta dal Dipartimento Fisco della Cisl unitamente all’Università di Firenze sulle dichiarazioni dei redditi dei cittadini che si sono rivolti al servizio fiscale del suo sindacato. In cinque anni, dal 2007 al 2012, sono stati persi 1.040 euro di reddito. “Il sistema fiscale italiano è irresponsabile”, dichiara il leader Cisl osservando come “chiunque debba rimediare a una falla, a un buco nei conti pubblici, carichi i cittadini di una tassa in più” senza che vi sia coerenza con quanto fatto prima. È un sistema disastroso che sovraccarica le persone e appesantisce i consumi. Nell’ultimo quinquennio lavoratori e pensionati sono stati rovinati da una eccessiva tassazione” afferma Bonanni, ribadendo che “la questione fiscale resta la vicenda centrale dal punto di vista economico, sociale e democratico. Il fisco sta depauperando i cittadini e sembra che la classe politica non colga la pericolosità della situazione. Non dimentichiamo che in passato i grandi sommovimenti sono avvenuti proprio per questo motivo e i regimi sono crollati di fronte a tassazioni ingiuste e irresponsabili”.
“Fondamentale” dunque per la Cisl – con le parole del segretario confederale Maurizio Petriccioli – è agire sui redditi familiari complessivi di ammontare basso, collocati sotto i 15.000 euro, “che risultando incapienti non riescono a beneficiare appieno delle detrazioni e delle deduzioni fruibili e subiscono il maggiore peso dell’Iva. Per i lavoratori dipendenti e pensionati collocati al di sotto di tale soglia, l’unica strada resta quella di introdurre un’imposta negativa di ammontare pari alle detrazioni non godute”.
Bonanni richiama il governo ad avere coraggio: “Occorre dire basta agli sprechi e all’uso senza limiti del denaro pubblico. I cittadini – osserva – hanno bisogno di respiro sul versante fiscale e devono sapere che i loro soldi sono utilizzati bene. È inutile che il governo si eserciti in altre direzioni, serve fare due cose precise: abbattere fortemente l’Irpef e tagliare i costi e l’inefficienza della spesa pubblica e della politica”.
Bonanni, ancora una volta, chiede al governo quel “patto sul fisco” su cui l’esecutivo continua a non rispondere: “Vogliamo un incontro politico con il governo perché i dati del nostro dissesto sono ormai inquietanti e occorre rimediare con una riforma fiscale. Serve ricostruire un sistema responsabile” – aggiunge quindi ricordando come le tasse costituiscano anche un capitolo fondante della democrazia: Infatti, “la riforma fiscale non è solo una richiesta economica ma è anche una richiesta volta a salvaguardare la democrazia. Un fisco irresponsabile è socialmente pericoloso perché la storia è maestra e ci dice che i grandi sommovimenti sono arrivati proprio su questioni fiscali. Tutte le società sono crollate di fronte a tassazioni ingiuste e irresponsabili”, spiega invitando il governo ad abbandonare operazioni di lifting fiscale all’interno della legge di Stabilità. I soldi per rendere il fisco più equo e sostenere i ceti medio-bassi, riducendo la pressione e favorendo l’occupazione, ci sono, bisogna solo avere la volontà di cercarli. Bonanni fa l’esempio della tassazione sul gioco d’azzardo: “A Saccomanni e al governo diciamo: le scelte non sono mai neutre. La tassazione sul gioco d’azzardo è allucinante, perché non tira fuori un dossier su questo?”.
Quanto ai dati dell’indagine Cisl-università di Firenze, da segnalare in primo luogo che la banca dati Caf Cisl dei modelli 730/2013 è costituita da poco più di 2,7 milioni di dichiarazioni. Il reddito complessivo dei dichiaranti è di 21.728 euro; nel biennio 2010-2012 il reddito medio è aumentato del 2,5%, dell’1,6% tra 2011 e 2012.
L’indagine rivela che i lavoratori dipendenti italiani hanno subito una perdita di reddito, tra il 2007 e il 2012, del 5,7%. Inoltre, che è “molto forte l’incremento delle addizionali comunali e regionali” il cui ammontare nel 2012 è in media di 408 euro, in crescita di circa il 6% rispetto al 2011 e di oltre il 31% rispetto al 2001. “Il contemporaneo aumento di Irpef e addizionali in proporzione maggiore rispetto ai redditi – si legge nella ricerca – ne rende quasi nullo l’incremento”.
La perdita di reddito del 5,7%, segnala l’indagine, è causata da tre elementi: l’aumento dell’imposta netta dovuto al drenaggio fiscale; l’aumento dell’imposta netta per effetto della crescita della fiscalità locale (tramite l’aumento delle addizionali Irpef regionali e comunali) con il mancato adeguamento delle detrazioni per lavoro dipendente e pensioni; l’insufficiente crescita del reddito reale.
Ancora, l’analisi dei dati evidenzia la maggiore incisività dell’Irpef rispetto alle altre imposte (Imu e Iva) sulle famiglie con redditi superiori a 15 mila euro lordi.
Fonte: www.cisl.it