Formazione, Cisl: “contro false riforme, mobilitazione”

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La Cisl annuncia “azioni di lotta durissime” presso la presidenza della Regione per fermare il massacro dei lavoratori. Chiesti stabilità del posto di lavoro, diritto alla retribuzione. E “la riforma vera che chiediamo dal 2009”

 

“È passato tutto il 2013 e nella Formazione professionale non si è visto altro che perdita di garanzie, di posti di lavoro e mancato percepimento di stipendi. L’unica soluzione prospettata per i lavoratori degli altri enti revocati, per coloro i quali hanno visto i propri enti esclusi a vario titolo dall’Avviso 20 e per i lavoratori licenziati, è quella di un transito al Ciapi di Priolo a tempo determinato per soli 7 mesi, con salari più bassi di quelli percepiti nel passato, forse con l’incubo di non incassare mai più (nonostante abbiano lavorato) gli stipendi da giugno 2013 a gennaio 2014, senza la certezza che i 1.415 bastino a tutelare tutti”. A denunciare cosi lo stato della vertenza della Formazione professionale in Sicilia, sono Giorgio Tessitore, segretario regionale Cisl Sicilia e Giovanni Migliore, segretario Cisl Scuola con delega alla Formazione. “L’annunciata rivoluzione del settore si è trasformata solo in un disastro per i lavoratori”. Il sindacato annuncia nuove mobilitazioni: “Non siamo più disponibili – affermano Tessitore e Migliore – alla luce dei fatti e dei risultati e vista l’incoerenza e il mancato rispetto degli accordi con il sindacato, promuoveremo azioni di lotta durissime e permanenti presso la presidenza della Regione coinvolgendo anche il governo nazionale e la Unione europea per smontare l’imbroglio di una falsa riforma e fermare il massacro dei lavoratori”. Da qui le richieste: “la stabilità del posto di lavoro, il diritto alla retribuzione puntuale per i lavoratori e il diritto di non essere trattati come carne di macello da un governo che si dichiara rivoluzionario e che, invece, senza idee e programmi, continua a massacrare la parte più debole, cioè i lavoratori siciliani”. Tessitore e Migliore aggiungono: “Il presidente Crocetta e gli assessori Scilabra e Bonafede non possono più perdere tempo e devono avviare una fase di riforma seria per la quale continuiamo a batterci insieme ai lavoratori”. I due segretari concludono: “La cosiddetta ‘pulizia moralizzatrice’ posta in essere dal governo Crocetta ha di fatto distrutto il settore senza alcuna idea di programmazione e di riforma, lasciando il sistema ancora sotto il controllo della politica. Dal 2009 sosteniamo che questo è un settore che va cambiato radicalmente, ristrutturato, bonificato, riqualificato e alleggerito sia come enti che come personale, con un progetto pluriennale e condiviso, mentre il governo ha fatto il contrario. Nel portare avanti un’azione di concertazione con il sindacato per le vere riforme di tutte e tre le filiere, creando di fatto il sistema della Formazione professionale in Sicilia, si continua ad alimentare il Ciapi in modo spregiudicato senza strategie e prospettive rischiando di farlo diventare un altro carrozzone della Regione. Il solo trasferimento di corsi e finanziamenti al Ciapi, con la precarizzazione dei lavoratori che da contratti di lavoro a tempo indeterminato dovrebbero passare a contratti a tempo determinato, non è la soluzione dei problemi della Formazione nell’Isola, bensì il trasferimento di tutto quello che non funziona da un ente a un altro”.

 

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