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“La riduzione del personale Inps continua con il blocco del turn over; il taglio dei buoni pasto di quasi il 50 %, l’aumento continuo dei carichi di lavoro, licenziamenti unilaterali che nel mese di febbraio del prossimo anno, taglieranno più di quindici unità alla consistenza organica della direzione provinciale di Palermo portando via con se, in alcuni casi senza l’adeguato passaggio a chi rimane, professionalità e competenze e a tutto ciò si aggiunge il taglio del reddito del personale per un fantomatico non raggiungimento degli obiettivi di qualità, il tutto senza una preventiva e chiara comunicazione. Si trovino subito le soluzioni per evitare possibili disservizi a danno dei cittadini”. A descrivere così le condizioni di lavoro dei dipendenti dell’Inps è il Presidente del Comitato provinciale dell’Istituto di Previdenza di Palermo, Gaetano Taranto. Probabili nelle prossime settimane, iniziative organizzate dai lavoratori che potrebbero anche portare alla chiusura degli uffici e ai disagi per gli utenti per lo stop al servizio. “Accolgo e sostengo le iniziative che sia i lavoratori che i cittadini vorranno intraprendere per invertire la rotta, con la speranza che il management dell’Istituto voglia fare lo stesso” aggiunge Taranto. I tagli che hanno causato l’ aggravio delle condizioni dei lavoratori si aggiungono ai cambiamenti subiti dall’Istituto nel passato. “Sono trascorsi ormai più di cinque anni dal 2009, quando con scelte unilaterali e poco condivise dai lavoratori, l’Istituto ha iniziato ad intraprendere un processo di riorganizzazione molto complesso, novità che hanno introdotto il blocco dei contratti ogni tipo di miglioramento delle loro condizioni economiche,l’integrazione dell’Inpdap e dell’Enpals che sono state soppresse, mentre aumentano le richieste di servizio da parte dei cittadini”. Taranto così si rivolge ai dirigenti regionali e di tutte le sedi dell’Inps “il benessere organizzativo e la motivazione del personale sono i primi fattori di successo, senza questi fattori un’Azienda può solo dirigersi lentamente verso il baratro e nel caso di un’azienda pubblica, a pagare sono i cittadini e le aziende fruitori dei servizi”.