Palermo – “Al prefetto di Palermo abbiamo chiesto espressamente l’intervento diretto dei ministeri competenti delle Attività Produttive e dell’Ambiente e del governo centrale”. Ad affermarlo sono i segretari di Filctem Cgil Francesco Lannino, Femca Cisl Giovanni Musso, Ugl Chimici Margherita Gambino, Cisal Federenergia Raffaele Loddo al termine dell’incontro che si è svolto questa mattina in Prefettura con il vice prefetto vicario Maria Rosa Trio e con la funzionaria Maria Baratta del gabinetto del Prefetto. Prima si era svolto il sit in dei lavoratori al loro settimo giorno di uno sciopero che andrà avanti fino al 31 ottobre, data di scadenza dell’ordinanza prefettizia per la gestione del servizio idrico integrato in provincia di Palermo. “Sono state recepite le nostre richieste – aggiungono i segretari di Filctem Cgil, Femca Cisl, Ugl Chimici, Cisal Federenergia – Adesso attendiamo un intervento presso gli organi centrali dello Stato. Intanto lo sciopero continuerà con ulteriori iniziative fino a quando non si uscirà dalla situazione di emergenza”. La prossima iniziativa sarà l’incontro col sindaco Leoluca Orlando, anche nella sua qualità di presidente dell’Anci Sicilia. Il tavolo con il Prefetto è stato chiesto al fine di superare la fase di emergenza e trovare una soluzione definitiva alla gestione del servizio che riguarda 52 comuni e 500 mila abitanti. “La situazione di emergenza provoca da tempo una serie di gravi disservizi. Così non si può continuare – commentano i segretari di Filctem, Femca, Ugl Chinici e Federenergia – . La strada da seguire è l’assegnazione a un nuovo soggetto gestore che è individuato in Amap, unica società presente sul territorio nelle condizioni di potere immediatamente gestire il servizio acquisendo tutte le maestranze di Acque Potabili Siciliane. Quest’emergenza dura da quasi 3 anni: ci sono stati due anni di amministrazione straordinaria, poi 4 mesi di amministrazione fallimentare e altri 8 mesi di gestione di emergenza da parte dell’Ato idrico su ordinanza prefettizia. Chiediamo di andare avanti con la soluzione già individuata, in attesa di un consorzio dei comuni da costituire con l’apporto di Amap come elemento fondamentale”. Secondo i sindacati, per la fase di gestione transitoria dell’Amap occorre una provvista economica di circa 6 milioni di euro, per superare l’attuale perdita di esercizio e garantire una gestione in parità del servizio idrico integrato. “Il nuovo gestore a regime, in un tempo di sei mesi-un anno, potrà superare le criticità e trovare un equilibrio riducendo le perdite di rete ed equiparando la bolletta ai parametri dell’Authority per l’energia elettrica, il gas e il servizio idrico”.