Povertà, crescono a Palermo i ricorsi al banco alimentare

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Nel territorio di Palermo sono circa 143 mila le famiglie in povertà relativa e circa 48 mila in povertà assoluta, senza considerare i poveri tra gli immigrati. In Sicilia sono 180 mila i nuclei familiari in povertà. Nel capoluogo sono stati oltre 113 mila gli assistiti dal banco alimentare quest’anno in soli 9 mesi nel 2014, lo scorso anno sono stati 121.867 tutto l’anno. Un dato allarmante che continua ad aumentare, cosi tornano a chiedere un piano nazionale contro la povertà, l’utilizzo dei beni confiscati alla mafia come volano di sviluppo del territorio, la riforma nazionale del terzo settore da troppo tempo attesa, i rappresentanti del Forum Terzo settore di Palermo che raggruppa 15 associazioni di volontariato. La lotta alla povertà e all’esclusione sociale, l’assistenza degli immigrati, la promozione dei servizi alle persone nei distretti socio-sanitari, le attività di volontariato per i più deboli, per gli anziani, ma non solo, le principali richieste del Forum nato nel luglio del 2013. Le politiche del governo Renzi, spiegano dal Forum che oggi si sono riuniti per gli stati generali all’oratorio di santa Cita a Palermo, “non sembrano andare nella direzione di valorizzare e sostenere il mondo del volontariato”. Da qui le priorità poste dalle associazioni “devono essere definiti i livelli essenziali delle prestazioni sociali, una reale misura di contrasto alla povertà con un piano contro la povertà che a livello nazionale dovrebbe stanziare 1,7 miliardi di euro, il rilancio del piano per i servizi socio educativi ed una normativa organica a sostegno delle persone non autosufficienti. Al governo regionale chiediamo di incrementare i fondi per la povertà, e al comune di Palermo maggiore attenzione a favore dei poveri, interventi abitativi e maggiore sostegno alle associazioni che assicurano un pasto caldo a chi ha bisogno”. Se i fondi chiesti dalla neo nata Alleanza nazionale per la povertà al governo venissero stanziati, aggiungono dal Forum , “a Palermo potrebbero giungere cospicue risorse immediate, come circa 200 milioni da utilizzare per i più poveri”. E invece al momento, lamentano dal Forum, le misure finora varate vanno nella direzione opposta, “la tassazione sugli utili degli enti economici non commerciali e fondazioni bancarie, che finiranno per pagare molte più tasse andranno a decurtare il già esiguo contributo di 1 mln euro che le fondazioni bancarie versano ai centri servizi del volontariato, il taglio ai patronati di circa 150 mln , la tassazione sulle pensioni, denotano la disattenzione verso le politiche di coesione sociale”. Il volontariato resta un valore per il paese hanno ribadito “sono 300 mila le organizzazioni attive, circa 4,8 milioni i volontari attivi (16% Nord – 8,6% Sud) e 960 mila gli occupati”. Circa 67 milioni di euro di fatturato, un settore capace a fronte di ogni euro di investimenti di mobilitarne altri 11. Sulla riforma del terzo settore annunciata dal governo nazionale,secondo il Forum , “il processo di riforma deve essere parte di uno scenario più ampio che abbia come riferimento un cambio di direzione delle scelte governative in materia di politiche di promozione e protezione sociale, che fino ad oggi sono state condizionate dalla logica dei tagli alla spesa”. Per questo il Forum chiede la convocazione prima del via libera alla riforma del terzo settore e propone la nascita anche qui a Palermo, come già avvenuto a livello nazionale di un Alleanza contro la povertà che possa raggruppare tutte le associazioni per unire le forze. “Al governo regionale, chiediamo di definire i servizi socio sanitari, una nuova legge sul volontariato e l’inserimento nel bilancio regionale di un capitolo per l’infrastrutturazione sociale, fondi per progetti finalizzati all’inserimento lavorativo dei diversamente abili e degli over 50 rimasti senza lavoro”. Una battaglia quella a favore dei poveri che si combatte prima di tutto sul fronte nazionale, come spiega Enzo Costa portavoce nazionale del Forum terzo settore. “Crescono le diseguaglianze, l’emigrazione dei giovani – ha spiegato – , e le politiche attivate contro la crisi non sono sufficienti. Il governo nazionale nel disegno di riforma del terzo settore deve dare valore alla partecipazione dei cittadini, al volontariato e alla promozione sociale, non si cerchi di fare dei bisogni un impresa e dunque un mercato, perché se tutto diventa mercato gli ultimi rimarranno sempre ultimi”.

 

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