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l tasso di disoccupazione a Palermo nel 2014 è stato del 23,2%, 25,2 per le donne, 21,8 per gli uomini, a preoccupare la disoccupazione giovanile, quasi il 60% (59,2%) cresciuta di ben 5 punti percentuali rispetto al 2013. Ancora più alto il tasso di inattività giovanile, giunto al 79,1% . A Trapani la disoccupazione si attesta attorno al 20,6%, 23,7 per le donne, 18,9 per gli uomini. I giovani senza lavoro sono il 50,2% . Scende la disoccupazione ma scende anche il tasso degli occupati giunto al 38,97 (nel 2012 era del 42,1), questo vuol dire che aumenta il numero dei cosiddetti inoccupati, coloro che non cercano più occupazione perché del tutto sfiduciati. Da qui l’allarme della Cisl Palermo Trapani, “la situazione appare sconfortante – spiega il segretario Daniela De Luca durante i lavori del consiglio generale che si sono svolti nel salone della chiesa San Paolo a Borgo Nuovo – , crescono i giovani sfiduciati e senza lavoro, e ciò che non è più possibile tollerare è la mancanza di una strategia complessiva da parte della politica a tutti livelli e delle istituzioni che vada oltre la necessaria soluzione delle singole emergenze territoriali, ma che sia in grado di programmare ad ampio respiro interventi che valorizzino i territori, liberino risorse per settori cruciali quali turismo, servizi sociali, edilizia, infrastrutture, che snelliscano la burocrazia per chi vuole fare impresa e che accelerino la svolta in tutte le vertenze cruciali, per non rischiare che, ancora una volta, le grandi aziende abbandonino le nostre città”.
Sul fronte delle imprese, a Trapani le attive sono oltre 39 mila ma quest’anno a cessare ogni attività sono state 3.324 soprattutto nel settore dell’agricoltura e del commercio, secondo i dati della Camera di Commercio, nel 2013 erano state 3.291. A Palermo soffrono le imprese artigiane, ben 1554 secondo l’associazione di categoria, quelle che hanno chiuso i battenti lo scorso anno, per lo più individuali, ma la crisi ha fortemente colpito anche il settore del commercio e le industrie, tutte le grandi realtà sono in crisi. La Cisl Palermo Trapani sollecita dunque un “vero e proprio piano industriale per Palermo e Trapani, che ponga anche al centro delle azioni anche il rafforzamento delle politiche sociali, si intervenga a favore dei più poveri con aiuti mirati, recuperando risorse con i tagli agli sprechi della pubblica amministrazione”. “Noi come sempre – aggiunge De Luca – siamo pronti a collaborare con le forze in campo, dalle associazioni di categoria, alla Regione e i comuni per discutere tutti insieme di interventi strategici che possano far ripartire i principali settori produttivi e superare gli ostacoli che bloccano le principali vertenze industriali”. Cosi il sindacato rafforza la sua missione a fianco dei lavoratori e dei cittadini, aggiunge De Luca “più proposte, idee, decentramento, più presenti nelle periferie, nei comuni , nei territori più difficili,e iniziamo oggi con la nostra presenza a Borgo Nuovo”. Fra le priorità anche le partecipate di Palermo: “Da tempo insistiamo ormai sulla necessità di una riorganizzazione complessiva che, partendo dalla messa in sicurezza dei bilanci delle singole aziende, i contratti di servizio, i piani industriali, sia in grado di potenziare e rilanciare i servizi offerti ai cittadini valorizzando allo stesso tempo il personale. Su questo fronte insieme a Cgil e Uil abbiamo chiesto un incontro al sindaco per affrontare un piano”. Per la città di Trapani , “porteremo avanti quel percorso unitario insieme altri sindacati avviato lo scorso anno per sollecitare il rilancio del territorio, a partire dalle sue infrastrutture con gli interventi di sviluppo del porto, un collegamento fra Birgi e l’aeroporto di Palermo, a favore dell’edilizia, e con la valorizzazione della sua vocazione turistica”. Da metà aprile il sindacato sarà presente in tutti i comuni con i banchetti per la raccolta firme sulla proposta di riforma del fisco della Cisl nazionale per un “fisco più giusto ed equo”. Ad intervenire ai lavori anche il console generale della Tunisia a Palermo Ben Soussi Fharat “grazie per il sostegno – ha detto – mostrato in questi difficilissimi giorni per il mio paese, con le manifestazioni di solidarietà, sono tanti i problemi che dobbiamo affrontare insieme per gli immigrati, anche sul fronte del lavoro nero, i ritardi nei permessi di soggiorno”.
La crisi va affrontata dunque a livello regionale, ha ribadito il segretario Cisl Sicilia Mimmo Milazzo . “Da anni ormai chiediamo un piano di risanamento e riordino degli enti di aria vasta che possa liberare risorse per rilanciare i servizi alla comunità, e sembra si stia ora avviando. Abbiamo chiesto, ed è stato già recepito in commissione Bilancio all’Ars, l’approvazione dei cosiddetti costi standard per i comuni per i liberi consorzi, per le città metropolitane, e soprattutto la costituzione di una centrale unica di acquisti regionali che possa ottimizzare risparmi su vasta scala, stimiamo che in tre anni potrebbero essere recuperati circa 300 milioni di euro. In Sicilia non sono più rinviabili un piano regionale dei trasporti, la definizione del percorso della riforma delle provincie per scongiurare esuberi e mantenere i servizi, politiche sociali, riordino del settore rifiuti per evitare l’emergenza, soluzioni per il dramma occupazionale della formazione professionale e tanto altro”. Fondamentale il dialogo fra governo regionale e nazionale, ha ribadito Maurizio Bernava segretario confederale Cisl nazionale.
“La Sicilia non ha affrontato in modo adeguato dal 2008 la crisi economica finanziaria, e la Regione è particolarmente vulnerabile, non riesce a centrare sviluppo e crescita e soffre di profonda fragilità finanziaria. Per questo è fondamentale un vero accordo fra governi nazionale e regionale, enti locali e parti sociali, per stilare tutti insieme un piano di rientro che miri non solo a tagliare le spese correnti ma che programmi anche interventi sui nodi cruciali dello sviluppo , nodi strutturali . La Sicilia è in grande ritardo, si pensa più ad interessi politici e personalismi, appare evidente una forte di etica sociale e politica”.