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Scongiurato il rischio licenziamento per oltre 1500 lavoratori di Almaviva a Palermo. E’ stato siglato infatti poche ore fa a Roma l’accordo di solidarietà (25% su base nazionale con picchi massimi di 45-35% per 12 mesi ) fra Almaviva Contact e i sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Telecomunicazione. L’accordo permette ad Almaviva di sciogliere positivamente la riserva per l’acquisizione della commessa Wind e allo stesso tempo consente la salvaguardia dell’occupazione delle sede di Palermo e Roma in particolare, in tutto il territorio nazionale oltre 2200 posti di lavoro. “Un risultato importante – spiegano Salvo Seggio e Giovanni Gorgone Rsu Fistel Cisl Palermo Trapani – che prevede la proroga fino al maggio 2016 del contratto di solidarietà di tipo verticale, che non supererà la media del 25% semestrale , se ciò avvenisse l’azienda si è impegnata a pagare un integrazione, lo scopo è mettere in sicurezza i conti dell’azienda . Le previste riduzioni dei full time a 6 o 4 ore part time si realizzeranno solo su base volontaria e con incentivi economici o di altro tipo”. Previsto anche il controllo della produttività che potrà essere svolto soltanto dallo stesso lavoratore. “Ci sarà maggiore flessibilità oraria , i ritardi dei lavoratori fino ad un massimo di cinque minuti giornalieri potranno essere recuperati nella stessa giornata lavorativa, inoltre gli stipendi saranno puntuali, il 10 di ogni mese, scongiurato cosi il rischio di rinvii delle scadenze”. Sulle sedi “c’è l’impegno di Almaviva a cercare una soluzione insieme alle istituzioni locali per una nuova unica sede che possa garantire la piena occupazione dell’insediamento produttivo del capoluogo siciliano, senza dunque tagliare sui costi del personale”. L’accordo sarà monitorato a livello territoriale con appositi tavoli che gestiranno la sua corretta applicazione. “E’ una intesa importante –commentano Daniela De Luca segretario Cisl Palermo Trapani e Francesco Assisi segretario Fistel Cisl Palermo Trapani – ma è un punto di partenza per tentare di rilanciare l’azienda nella difficile situazione di mercato dei call center, ciò che appare necessario infatti è un impegno delle istituzioni nazionali per regolamentare finalmente le gare, oggi al massimo ribasso e i cambi di appalto. Se ciò non avverrà, questo accordo rappresenterà solo un posticipo dei problemi occupazionali che potrebbero nuovamente riesplodere”.