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Un’alleanza sociale e istituzionale che eviti il disastro alla Sicilia consentendo il “varo di riforme solo annunciate, a cominciare da quella degli enti di area vasta”. Politiche di sviluppo che rilancino l’economia incrementando così le entrate fiscali. E una lotta a evasione e corruzione che sia “efficace e seria”. Per Mimmo Milazzo, segretario della Cisl Sicilia, è questa l’unica strada per far fronte alla “tragica situazione della Regione” illustrata oggi dal procuratore generale d’appello della Corte dei Conti, Diana Calaciura Traina, nel giudizio di parificazione del rendiconto generale 2014. Dalla requisitoria del procuratore, nota Milazzo, al di là dei numeri forniti, emerge la “mancanza di visione strategica di chi governa, sia sul fronte del risanamento che su quello delle politiche di crescita”. Per questo la Cisl, sottolinea, lancia un appello per un patto di fine legislatura che eviti la débâcle alla Sicilia e ai siciliani. Metta il freno a fibrillazioni e guerre dentro e fuori dai partiti. E sottragga alla mannaia del default ben 150 mila lavoratori appesi in vario modo alle sorti dei conti regionali. Ma, ripete il segretario, “se governo e Ars, e forze politiche di maggioranza e opposizione, non dovessero essere in grado, con il contributo delle parti sociali, di varare il pacchetto dei provvedimenti necessari, tanto vale che tutti ne traggano le conseguenze e la parola torni presto agli elettori”.