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Un piano in cinque punti per portare la Sicilia fuori dalle secche della crisi e dell’emergenza finanziaria. E “affinché l’Isola si lasci alle spalle il tristissimo primato mondiale che i dati dell’Organizzazione internazionale del lavoro le assegnano, in fatto di giovani senza occupazione”. A lanciarlo la Cisl nel giorno della Conferenza regionale programmatica e organizzativa, svoltasi a Palermo. Perché alla Sicilia, segnala la Cisl analizzando i dati Ilo, spetta il palmares dei numeri peggiori del mondo in fatto di occupazione giovanile. In Asia, i giovani senza lavoro sono mediamente il 10%. Nei paesi industrializzati la disoccupazione giovanile sale al 16,6. In Africa e Medio Oriente, al di là del reddito pro-capite, riguarda più o meno il 30% della popolazione giovanile. In Sicilia, rimarca il sindacato, supera il 50% dei giovani come pure Eurostat ha certificato qualche giorno fa. Così, “godiamo di una leadership mondiale che non ci piace e non ci interessa”, ha tuonato Mimmo Milazzo, segretario della Cisl Sicilia, lanciando i cinque punti che nelle intenzioni del sindacato dovrebbero “recuperare risorse da investire in sviluppo, creazione di lavoro. E nel contrasto alla povertà dato che nell’Isola ben l’86% del milione e passa di pensionati vive con un assegno mensile di 644 euro contro la media nazionale di 825”.
Milazzo ha aperto l’assise le cui conclusioni sono state affidate ad Annamaria Furlan, leader nazionale del sindacato. Dopo, tra gli altri, l’intervento di Pietro Busetta, statistico economico e presidente della Fondazione Curella.
LA REGIONE CHE NON C’È
Alla politica, la Cisl contesta “una miopia fatta di localismi e frammentazione”. Alla Regione un deficit di programmazione e di visione. A Palazzo dei Normanni e Palazzo d’Orleans, “l’incapacità – si legge nella relazione d’apertura – di innescare mutamenti strutturali e generare sviluppo duraturo”. Così, secondo Milazzo, “per costruire o investire, tutte le autorizzazioni dovrebbero essere pronte in 30-60 giorni altrimenti a scattare dovrebbe essere il silenzio-assenso, con verifiche solo in corso d’opera”. Insomma, per il segretario in Sicilia c’è bisogno di una svolta, qui e ora. “Sennò che senso ha?”, si è chiesto rivolgendosi alla platea dei 400 delegati arrivati da ogni parte dell’Isola. “Al governatore Crocetta – ha aggiunto Milazzo – proponiamo di farsi immediatamente promotore di un protocollo d’impegni condiviso in direzione di un piano industriale, di un piano energetico regionale e di un piano di sviluppo e coesione sociale”.
I CINQUE PUNTI DELLA PROPOSTA CISL
Milazzo snocciola le priorità del sindacato. Insiste sull’attuazione della centrale unica degli acquisti: “operazione che varrebbe 500 milioni almeno”. Parla di lotta all’elusione e all’evasione fiscale: “consentirebbe di recuperare 700 milioni degli oltre due miliardi di entrate che l’anno scorso sono andati in fumo”. Chiede la “ridiscussione urgente” della quota regionale di compartecipazione alla spesa sanitaria: portata nel 2007 dal 42,50 al 49,11 dal governo nazionale, lì è rimasta mentre le altre Regioni, mediamente, contribuiscono con il 41%: “si libererebbero 600 milioni dal bilancio della Regione”. Ancora, invoca il varo di un piano per i 2,4 milioni di tonnellate di rifiuti che ogni anno vengono prodotti nell’Isola, che solo per il 13,4% finiscono nella raccolta differenziata: “una questione annosa – ripete – che ha a che fare, non solo con i temi dell’occupazione e della produzione di energia ma anche con l’idea di civiltà e di decoro urbano e sociale”. Inoltre rivendica, il segretario, l’approvazione all’Ars nei prossimi giorni dell’integrazione alla legge sugli enti di area vasta: “la gestione commissariale, arrivata a 32 mesi, ha depotenziato la capacità di governo del territorio, di questi enti intermedi”.
SALTO DI QUALITÀ O PAROLA AI SICILIANI
Per la Cisl, il giro di boa è la prossima legge finanziaria. “Ci aspettiamo che nella Finanziaria regionale 2016 siano messi a fuoco tempi e modi, priorità e indirizzi”, ha rimarcato il segretario precisando che “la Cisl c’è, a provare a dare un senso a quello che resta della legislatura”. “Il nostro obiettivo è riaprire il confronto con la Regione. Al governo e all’Ars chiediamo una svolta. Ma se il salto di qualità non arriva, la politica non perda tempo, restituisca la parola ai siciliani”. In ogni caso, il mondo del lavoro non resterà con le mani in mano: “non accetteremo operazioni di facciata o gattopardesche”, ha incalzato Milazzo annunciando, “in assenza di novità”, manifestazioni territoriali. E soffermandosi pure sui temi della desertificazione industriale che avanza, “dalla chimica alla metalmeccanica all’alta tecnologia”. Sulla questione del crollo delle opere pubbliche: “in Sicilia le incompiute sono 215 e rappresentano il 24% del totale nazionale”. Sul nodo dei collegamenti: “una rete vecchia di decenni e ipotecata da crolli smottamenti e frane senza fine”.
LO SCIOPERO DEI FORESTALI
Ma il segretario ha anche sottolineato che il sindacato è solidale con i lavoratori forestali che hanno sospeso lo sciopero generale dopo le rassicurazioni arrivate dal Governo della Regione. “Noi però non molliamo la presa – sono le sue parole – affinché la vertenza non abbia soluzioni estemporanee”. E perché siano colmati i ritardi strutturali sui fronti del dissesto idrogeologico, del degrado ambientale e della gestione dei corsi d’acqua. Tutti ambiti nei quali i forestali potrebbero essere impiegati produttivamente “se solo a prevalere fosse una concezione lungimirante e tecnica della programmazione forestale”.
LA LEADER FURLAN
“Stiamo lavorando all’aggiornamento della nostra architettura organizzativa interna”, ha spiegato la leader nazionale del sindacato. Che oltre ai temi politici del momento si è soffermata sulla riforma organizzativa che impegna la Cisl e che porterà al “cambiamento strutturale” del sindacato. “Dobbiamo rendere più efficienti e ridimensionare i livelli centrali dell’organizzazione per indirizzare maggiori energie e risorse sulle strutture di prossimità”, ha sottolineato Furlan. Perché è lì che si gioca “la sfida di un sindacalismo moderno, più rappresentativo e maggiormente vicino ai bisogni delle persone”. “Vuol dire – ha precisato – far leva sulla contrattazione, sulla bilateralità, sull’insieme dei servizi che danno vita alla nostra rete territoriale. Vuol dire riconoscere più controllo gestionale e amministrativo a iscritti e delegati”. Ma l’intento della Cisl, ha aggiunto la segretaria generale, è anche “estendere la capacità di rappresentanza alle realtà sottorappresentate o che restano decisamente ai margini: precari, giovani, parasubordinati, migranti e pensionati. Così sperimentando nuovi strumenti di appartenenza leggera da accostare ai tradizionali canali di proselitismo”. Inoltre, ha ripetuto Furlan, “la formazione deve avere un ruolo di primo piano nella vita della Cisl. Di qui l’idea di unificare sotto un’unica direzione le attività confederali e quelle dei centri di ricerca, che devono raccordarsi con le parallele iniziative delle strutture di categoria”.
LE CIFRE DI BUSETTA
Nel Sud, ha ricordato il professore, ci sono 21 milioni di abitanti e meno di sei milioni di occupati. In Sicilia, con cinque milioni di abitanti, gli occupati sono un milione 350 mila. “È in questi numeri la misura del ritardo strutturale. Ma così questo Paese non ce la può fare”. Il rapporto ottimale tra occupati e popolazione, ha spiegato, è di 1 a 2 nelle regioni a sviluppo compiuto. Ma “sia nel Sud che in Sicilia il rapporto è di 1 a 4”. E poi, ha aggiunto il presidente della fondazione Curella, “voglio sottolineare, con riferimento a quella che un tempo si chiamava la Germania dell’Est, che per ogni euro che è stato investito nel Sud d’Italia in questo dopoguerra, nella ex Ddr che conta 18 milioni di abitanti, meno del Sud, ne sono stati messi 20”. Anche se, il punto è anche come questi soldi vengono spesi. Busetta ha insistito inoltre sulla necessità di puntare sull’attrazione di investimenti. E sulla lotta alla criminalità “ma che sia seria, non di facciata”.
Nel corso della Conferenza programmatica sono intervenuti anche i componenti della segreteria regionale, Rosanna Laplaca e Giorgio Tessitore.
Alla Conferenza programmatica hanno preso parte 400, tra rappresentanti sindacali di vertice e di base della galassia Cisl, che in Sicilia conta 320 mila iscritti distribuiti in cinque Unioni territoriali, 43 Unioni zonali, 259 Unioni comunali e 19 federazioni di categoria. La Cisl inoltre, nell’Isola annovera quattro tra enti e associazioni, due centri servizi e un coordinamento regionale. “Abbiamo bisogno di ripartire dal Sud per far crescere tutto il Paese. Sono indispensabili gli investimenti per le infrastrutture materiali e immateriali, perché oggi una parte importante dell’Italia è tagliata fuori. Sono fondamentali gli investimenti in innovazione, ricerca e formazione perché fanno la differenza in termini di qualità del lavoro e qualità della vita dei cittadini. E’ inoltre imprescindibile l’affermazione della legalità, perché un gravissimo freno allo sviluppo del Meridione d’Italia sono stati malaffare, corruzione e criminalità organizzata” ha detto stamani la leader nazionale della Cisl, Annamaria Furlan incontrando la stampa. “Domani a Bari avanzeremo le nostre proposte al governo Renzi perché il tema del Mezzogiorno non sia uno spot momentaneo ma un impegno concreto”.