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Il 14,5% delle famiglie siciliane è in stato di indigenza assoluta, il 29,5% è in regime di povertà relativa e il 34,8% è a rischio di esclusione sociale. La disoccupazione nell’isola riguarda il 20% delle famiglie e un giovane su due non lavora con un apparato produttivo desertificato da migliaia di chiusure. Crescono gli anziani poveri, con un valore “medio” delle pensioni che si aggira intorno ai 616 euro mensili. La Sicilia invecchia per effetto del calo delle nascite e dell’aumento consistente dell’emigrazione giovanile.
Sono i dati emersi nel corso dell’incontro su “Pensionati e welfare tra le generazioni per lo sviluppo della Sicilia”, organizzato dai sindacati Spi Cgil, Fnp Cisl, e Uilp Uil Sicilia, che si e’ svolto stamani a Palermo, al quale ha partecipato anche il segretario generale dello Spi Cgil nazionale, Carla Cantone.
I sindacati hanno lanciato la proposta di un patto tra le generazioni che coinvolga parti sociali e istituzioni locali, regionali, nazionali “per il lavoro, la solidarietà e l’equità sociale” con l’obiettivo di recuperare risorse dalla lotta all’evasione fiscale da utilizzare per i servizi sociali a favore delle fasce più deboli.
L’analisi dei sindacati ha messo sotto accusa i pesanti tagli degli ultimi anni che hanno falcidiato il welfare dei siciliani, paralizzando le attività socio-sanitarie, provocando perdita di posti di lavoro e un aumento consistente di tasse e tariffe.
I segretari dello Spi Cgil, della Fnp Cisl, e della Uilp Uil, Maurizio Cala’, Alfio Giulio, e Antonino Toscano, hanno sottolineato “la necessità di aumentare le risorse sul welfare per dare maggiori tutele alle fasce deboli -anziani e giovani- e creare nuova occupazione. Il welfare non è solo assistenza ma motore di sviluppo”.
” Le risorse – hanno aggiunto i segretari- se si vuole si possono trovare, noi proponiamo un accordo con i Comuni per rilanciare la lotta all’evasione e destinare il recupero delle risorse alle politiche sociali “. D’accordo con i sindacati, il presidente dell’Anci Sicilia Leoluca Orlando “Serve una seria spending review per eliminare i veri sprechi nelle amministrazioni locali, bisogna così recuperare risorse soprattutto dopo i tagli ai trasferimenti ai comuni da 900 a 300 milioni di euro . Noi come Anci siamo disponibili e pronti al dialogo con le parti sociali”. Anche la Regione pronta al dialogo , il dirigente dell’assessorato regionale alle Politiche sociali Antonella Bullara, ha annunciato presto l’emanazione della direttiva ai comuni per applicare il protocollo sulle politiche sociali siglato mesi fa da Regione e sindacati. Mimmo Milazzo segretario Cisl Sicilia ha aggiunto “intensificheremo il dialogo con i comuni , la contrattazione sociale deve mirare al potenziamento dei servizi. La povertà cresce in Sicilia senza un piano industriale, infrastrutturale, per il risanamento dei conti e senza serie politiche sociali, l’Isola non potrà riprendersi”.
A concludere il segretario nazionale dello Spi Cgil, Carla Cantone, “per investire nel welfare occorre volontà politica, il governo regionale siciliano ha dimostrato di essere lento, auspichiamo un ritorno alla contrattazione sociale attraverso il dialogo sindacato-istituzioni. Investire in welfare significare creare occupazione”.
Fra le proposte anche l’istituzione di una cabina di regia con l’assessorato regionale alla salute “per una riorganizzazione del sistema sanitario che punti alla prevenzione e alla cura delle cronicità, al potenziamento della medicina nel territorio, a partire dalla creazione delle cosiddette “case della salute”, modelli virtuosi di pratica sanitaria territoriale di cui la Sicilia e’ drammaticamente sprovvista”.