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Il governo della Regione sbaglia. E andrà a sbattere. Certamente, sull’art 55 dell’ultima legge regionale di stabilità che contiene la chiave per recuperare 500 milioni l’anno. Ma “il duo Crocetta-Baccei – afferma Mimmo Milazzo, segretario della Cisl Sicilia – anziché dare attuazione a quell’articolo di legge preferisce attendere le sorti della questua a Roma ipotizzando un bilancio della Regione virtuale costruito proprio sul congelamento di 500 milioni”. Quell’articolo, sottolinea la Cisl, stabilisce, al primo comma, che nell’ambito dell’assessorato all’Economia, “al fine di razionalizzare e ridurre la spesa”, è istituita la ‘centrale unica di committenza’ con il compito di centralizzare l’acquisto di beni e servizi. Il settimo comma impone poi all’assessore al ramo di emanare, entro il 31 dicembre di ogni anno, un decreto che definisca il “piano strategico degli acquisti” e fissi pure gli importi di spesa “per ciascuna categoria merceologica”. “La centrale unica da sola vale almeno 500 milioni l’anno”, tuona Milazzo. “E a dirlo non sono solo le nostre stime”. E allora, si chiede la Cisl, “perché il governo della Regione balbetta con ridicole sceneggiate in tema di taglio a sprechi e privilegi? Dov’è il decreto dell’assessore in tema di razionalizzazione della spesa? E dov’è il piano strategico annuale degli acquisti?”. “Un governo desaparecido in tema di politiche economiche e sociali non trova di meglio, per recuperare 500 milioni – si legge nella nota Cisl – che congelare risorse che tengono in vita l’economia asfittica dell’Isola piuttosto che invertire la propria rotta”. È un fatto, segnala il sindacato, che in Sicilia lavora uno su quattro quando il dato ottimale dovrebbe essere di uno su due. Insomma, l’inquilino di Palazzo d’Orleans, semmai, farebbe bene a battere i pugni sul tavolo di Roma perché alla Sicilia arrivino finalmente i miliardi che le spettano in forza degli articoli 36 e 37 dello Statuto regionale. Farebbe bene a ridiscutere con Roma l’accordo-capestro del 2014. E farebbe meglio a dimenticare logiche ragionieristiche che portano solo all’esasperazione e allo scontro sociale. In ogni caso, la Cisl sarà dalla parte dei più deboli. “Noi ci metteremo di traverso a un Palazzo autoreferenziale che volge sempre lo sguardo altrove”.