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“A Palermo e in provincia sono stati ben 4242 i beneficiari dell’Adi, l’assistenza domiciliare integrata, nel 2015, e al momento il servizio di cui dispongono prevede solo l’assistenza sanitaria e non quella sociale, venendo meno così a quel principio di integrazione socio-sanitaria fondamentale per questi pazienti. Ci sembra assurdo, anche perché i fondi ci sono”. Ad affermarlo dopo un incontro all’Asp 6 di Palermo fra i sindacati dei Pensionati Spi Cgil Fnp Cisl e Uilp Uil e il direttore del settore Adi dell’azienda sanitaria Gioacchino Oddo, sono i segretari provinciali Concetta Balistreri, Mimmo Di Matteo e Pino Caruso.
La causa della mancata integrazione, spiegano i sindacati si deve all’assenza dei Pua, Punti unici di accettazione che servono proprio ad unire i servizi sociali e sanitari. “Nella programmazione dei fondi Pac ad esempio – spiegano – sono previsti per il distretto socio-sanitario 42 Palermo, 700 mila euro per la prima annualità e 572 mila euro per la seconda, proprio per l’istituzione dei Pua. Ma le somme non sono state utilizzate secondo il comune di Palermo per via della mancanza di tempo sufficiente per l’espletamento della gara. Ci sembra assurdo che in un periodo di carenza di fondi soprattutto per le politiche sociali, non si debba utilizzare ogni valida risorsa”. I tre segretari concludono, “chiediamo uno sforzo in più agli assessorati regionali alla Salute e alle Politiche sociali nonché ai distretti socio-sanitari, per unire le due forme di prestazioni necessarie per l’Adi . Non vorremmo che l’integrazione socio-sanitaria resti una chimera solo perché le parti non vogliono rinunciare al proprio ambito di gestione e di autonomia, tutto ciò a scapito dei pazienti”.