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Il rinnovo del contratto nazionale del settore inserendo le clausole sociali per la salvaguardia dei lavoratori, l’imposizione del rispetto delle regole già esistenti come la direttiva sulle delocalizzazioni, l’ipotesi di ammortizzatori sociali per evitare il peggio, ispezioni contro tutte le irregolarità finora verificatesi, formazione dei lavoratori verso l’uso di nuove tecnologie, un tavolo tecnico permanente per monitorare tutto il settore in crisi e per ogni vertenza dei call center. Sono alcuni dei nodi affrontati oggi durante il tavolo nazionale di crisi del settore dei call center riunito al Mise , al quale hanno preso parte i sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl comunicazioni, per discutere anche della vertenza Almaviva di Palermo. Al tavolo sindacati, Mise, Confindustria, comune di Palermo. Il Mise ha fatto sapere di valutare la riforma del cosiddetto articolo 24 bis decreto sviluppo sulle delocalizzazioni per rendere le misure più restrittive risolvendo le storture anche nell’aspetto sanzionatorio, e misure ad hoc per gli ammortizzatori sociali per il settore. “Il ministero inoltre – spiega Eliana Puma Rsu Fistel Cisl e Francesco Assisi segretario Fistel Cisl – ha precisato che è fondamentale verificare tutti insieme le anomalie per recuperare gli errori del passato e che incontrerà i committenti per discutere insieme di tutele e clausole sociali, per le quali è necessario siglare un accordo fra le parti”. Fra le ipotesi al vaglio per i lavoratori Almaviva Palermo, c’è la proroga dei contratti di solidarietà per il 2016 e la cig per il 2017 , le singole vertenze verranno affrontate con tavoli di confronto su ogni questione. Per Almaviva Palermo si terrà il prossimo 18 aprile.
“Le aziende del settore sono agli sgoccioli, c’è bisogno dunque di studiare soluzioni concrete lavorando insieme aziende, sindacati, governo nazionale” . “Che si inizi a parlare di rispetto di regole certe e di ammortizzatori è un passo in avanti – spiega Daniela De Luca segretario Cisl Palermo Trapani – , ci spiace però constatare l’assenza della Regione che aveva invece garantito di farsi portavoce a livello nazionale della vertenza. Se non è chiaro, in gioco c’è il futuro di cinquemila famiglie solo a Palermo, è una vertenza di enormi dimensioni e conseguenze, serve davvero la presenza e l’impegno ognuno per il proprio ruolo, da parte di tutti”.