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Francesco, 35 anni, lavoratore edile, ha iniziato a lavorare a 25 anni. Andrà in pensione a 76 anni, nel 2058, con una pensione pari a euro 1.044 ma solo se avrà la fortuna di lavorare 12 mesi l’anno per i prossimi 44 anni. Adesso guadagna 20 mila euro lordi l’anno. Alessia, 34 anni, lavoratrice part-time call center Almaviva da 12 anni, andrà in pensione nel 2055 a 74 anni, con un assegno di 1.051 euro. Concetta, nata nell’82, insegnante, entrata di ruolo nel 2015, potrà andare in pensione nel 2049 con 43 anni di contributi e 66 anni (e 8 mesi) di età: avendo un sistema di calcolo contributivo, potrà avere una pensione lorda di circa 700 euro.
Sono alcune storie di lavoratori palermitani, emerse oggi in occasione della manifestazione di Cgil Cisl e Uil “Cambiare le pensioni per dare lavoro ai giovani” che si è svolta a Palermo, cosi come in tutte le piazze d’Italia. Tre proiezioni pensionistiche, tre stime elaborate dai sindacati secondo la legislazione vigente, al netto degli avanzamenti economici e di carriera e dell’inflazione, che esemplificano gli effetti della legge Fornero.
Un migliaio di persone ha manifestato oggi a a Palermo e ha distribuito volantini per chiedere al governo di superare la legge Fornero con un intervento strutturale di riforma che dia certezze ai lavoratori e alle lavoratrici, giovani e meno giovani, e restituisca una parte delle risorse risparmiate sulla loro pelle per riaffermare solidarietà, flessibilità, equità. In piazza Politeama hanno preso la parola, davanti al gazebo installato per l’iniziativa, i tre segretari di Cgil, Cisl e Uil Palermo. In piazza anche il sindaco Leoluca Orlando. A intervenire anche i lavoratori di Almaviva, che hanno chiesto la solidarietà della città e Alessandro Miranda ex Coinres che ha ribadito “grazie ai pensionati che sostengono le famiglie, noi giovani vogliamo lavorare”. “Se si vuole superare l’emergenza sociale vissuta dalle nostre città, con i giovani in cerca di lavoro, con la crescente povertà – affermano i segretari di Cgil Cisl e Uil Palermo Enzo Campo, Daniela De Luca, Gianni Borrelli – , serve un impegno del governo affinché ci siano pensioni dignitose per tutti, affinché sia più flessibile l’accesso al pensionamento e si sblocchi così il mercato del lavoro. Il sistema previdenziale va cambiato radicalmente nel segno della equità, della sostenibilità finanziaria e della giustizia sociale, bisogna rivedere l’adeguamento delle pensioni al costo della vita, il completamento della no-tax area e la riduzione delle tasse sulle pensioni, se si pensa che solo a Palermo gli assegni al minino, con importo medio di 600 euro, sono oltre 337 mila e va rivisto il fisco,i n modo che sostenga i redditi dei pensionati. Il tasso di disoccupazione a Palermo è allarmante, in particolar modo quello giovanile oltre il 60 per cento. Sbloccare le pensioni vuole dire dare speranza a tanti giovani e disoccupati che oggi non vedono nessuno sbocco davanti alle tante vertenze e alle attività che lasciano la nostra città” . La manifestazione è proseguita con un volantinaggio fino in Prefettura, dove una delegazione sindacale ha chiesto un incontro al Prefetto di Palermo, per chiedere al governo la modifica dell’attuale normativa sulle pensioni, che ritarda l’uscita dal mondo del lavoro e conseguentemente non aiuta ad abbattere i livelli di disoccupazione giovanile. Anche a Trapani gremita la sala dell’hotel Crystal dove si è svolta la manifestazione. A spiegare le ragioni dell’iniziativa sindacale i segretari generali di Cgil e Uil Trapani Filippo Cutrona e Eugenio Tumbarello e il segretario regionale Cisl Sicilia Rosanna Laplaca, che ha concluso.Hanno portato il loro contributo alla mobilitazione anche le testimonianze di disoccupati, lavoratori e pensionati.“Oggi abbiamo voluto far sentire la voce del mondo del lavoro di Trapani – affermano Cutrona, Tumbarello e Laplaca – C’è urgente bisogno di una riforma che garantisca pensioni dignitose per i giovani e per i lavoratori precari e discontinui, il ripristino di meccanismi di flessibilità di accesso al pensionamento, il riconoscimento del lavoro di cura, riconoscimento della diversità dei lavori rivedendo le tipologie usuranti interi settori, come quello edile, al momento esclusi. Cgil, Cisl e Uil intendo poi affermare la necessità di tutelare le pensioni in essere, continuamente intaccate e impoverite nel potere d’acquisto. Chiediamo, in sostanza, che il Governo metta si metta a lavoro per garantire pensioni dignitose e lavoro per tutti, non solo nel breve, ma anche nel lungo termine”. A Siracusa era presente il segretario regionale Cisl Mimmo Milazzo. “Ogni anno centomila giovani vanno via dal Sud per cercare fortuna. Nel mercato del lavoro entrano dopo i trenta, persino dopo i trentacinque anni. Ma vivendo di precarietà e situazioni discontinue. Il sistema previdenziale contributivo è una condanna a morte per questa generazione che si ritroverà ultrasettantenne con pensioni da fame” ha detto. Per Milazzo, il sistema previdenziale va cambiato nel senso della solidarietà e dell’equità. Anche perché, oltre il 64 per cento di chi oggi una pensione ce l’ha, prende meno di 750 euro. Nel caso delle donne, supera addirittura il 78 per cento chi incassa un assegno così basso. Inoltre, per il segretario è importante riconoscere la specificità dei lavori, compreso quello di cura.Durante il comizio il numero uno della Cisl Sicilia ha pure ricordato la mobilitazione regionale annunciata da Cgil Cisl e Uil per il 7 maggio, a Palermo, “contro l’immobilismo del governo Crocetta”: “uno dei peggiori che la Sicilia abbia mai avuto”, ha rimarcato. “Avevamo sperato in una legislatura di riforme, ci siamo ritrovati di fronte un governo che non discute e non costruisce nonostante il fragore della crisi. E una politica autoreferenziale, interessata solo a conservare la poltrona”.
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