[print_link]
“Un impegno per riportare al tavolo nazionale le parti, soprattutto da parte del Mise che dopo il referendum non ha più preso posizione sulla vertenza, non vorremmo che il voto espresso dai lavoratori fosse colto dal Ministero come una occasione per togliersi dall’impaccio”. Cosi a meno di 25 giorni dal licenziamento dei 1670 lavoratori Almaviva a Palermo, Francesco Assisi segretario Fistel Cisl e Eliana Puma Rsu Almaviva, chiedono l’impegno delle istituzioni nazionali affinché riprendano subito il filo delle trattative sulla vertenza. Oggi nel secondo giorno di sciopero consecutivo, ennesima protesta in strada dei lavoratori che dalla sede di via Cordova si stanno spostando in Prefettura passando per il centro città al coro “il lavoro non si tocca” e “siamo tutti Almaviva”. “Cresce la tensione siamo davvero agli sgoccioli a questo punto oltre al Mise chiediamo un impegno del Ministero del Lavoro, è necessario inoltre far sentire la voce dei lavoratori a Roma con una manifestazione nazionale che coinvolga non solo le sedi a rischio, Roma Napoli Palermo ma tutti i dipendenti Almaviva,in gioco infatti c’è il futuro di tutti”. “Palermo non può permettersi un altro caso Fiat – commenta Daniela De Luca segretario Cisl Palermo Trapani – , un abbandono cioè di una grossa realtà industriale, a questo punto bisogna superare questa fase di stasi della vertenza e mettere in campo interventi straordinari e urgenti, il governo dia segnali concreti che vadano oltre gli annunci, come la riforma dell’articolo 24 bis sulle delocalizzazione, l’avvio di tutti quegli strumenti economici e normativi per rilanciare il settore strategico, i lavoratori non possono essere ostaggio della mancanza di regole, il tempo stringe si passi ai fatti” .