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“L’obiettivo che la Cisl si pone, insieme ad altri soggetti dell’alleanza contro la povertà, è creare un sistema di inclusione sociale. E’ fondamentale il sostegno, anche economico, ma e’ altrettanto fondamentale un sistema di inclusione, quindi con forti, forti iniziative e investimenti a partire dai servizi, che sono indispensabili a creare l’inclusione sociale”. Queste le parole del segretario della Cisl, Annamaria Furlan, a margine di un seminario organizzato dalla Cisl “Ddl poverta’ e sostegno per l’inclusione attiva”. Per la Cisl bisogna investire di più e meglio nel sistema di welfare; urge superare la frammentazione e dispersione delle risorse e degli interventi esistenti, concentrare il sistema sulle priorita’ di fabbisogni sociali prevalenti ed omogenei nel Paese, superare la logica del risarcimento monetario e sviluppare la capacita’ di offrire servizi integrati, garantendo i livelli essenziali. Cosi’ come esiste l’esigenza di implementare, qualificare e consolidare la rete di infrastrutturazione sociale.
“E’ necessario strutturare un vero e proprio terzo pilastro del welfare – aggiunge Maurizio Bernava, segretario confederale della Cisl – accanto alla previdenza e sanità, quello sociale inclusivo, per garantire benessere delle persone attraverso il contrasto alla povertà e sostenendo le funzioni di cura. Per la Cisl e’ venuto il momento di rimettere al centro la discussione sul sistema di welfare dell’inclusione sociale del nostro Paese, attraverso un dibattito che deve svilupparsi parallelamente sia a livello nazionale che territoriale. Il Ddl povertà e l’applicazione del Sostegno per l’Inclusione Attiva – sottolinea – possono essere la strada giusta ed una opportunità concreta per avviare questo percorso di ripensamento e rigenerazione del nostro modello di politiche sociali, che deve essere sostenuto ed accompagnato da un ampio Patto Sociale. Bisogna determinare un clima di dialogo e confronto per far comprendere al Governo, alle rappresentanze delle Regioni ed Autonomie Locali ed alle forze politiche che per realizzare un nuovo modello di welfare dell’inclusione sociale – conclude Bernava – non basta la sola produzione normativa, ma serve un impegno ed uno spirito straordinario e di visione strategica in quanto si tratta di avviare una vera e propria fase di costituente sociale”.