Giubileo del mondo del lavoro, Cisl “tutti insieme per una nuova rinascita delle aree industriali in crisi”

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Lavoratori, sindacati, istituzioni e mondo pastorale si riuniranno, venerdì pomeriggio, al Centro direzionale ex Asi di Carini, per celebrare il Giubileo del mondo del lavoro. Dall’area industriale di Carini, 100 imprese e circa 1.500 lavoratori tra manifatturiero, metalmeccanico e logistica, oggi simbolo di degrado e abbandono, si vuole lanciare un grido di aiuto per salvare la zona da un declino inarrestabile. L’iniziativa presentata stamani a Palermo nella sede di Confindustria, che fa parte degli eventi dell’Anno giubilare della misericordia indetto da Papa Francesco, è organizzata dall’Ufficio della Pastorale sociale del lavoro dell’Arcidiocesi di Monreale e ha il supporto dei tre sindacati confederali Cgil Cisl e Uil, del Movimento cristiano lavoratori, di Confindustria e Confcommercio Palermo e del Ciac, il Coordinamento imprenditori dell’area di Carini. La giornata vuole essere un momento liturgico di incontro e riflessione oltre che lo spunto per accendere i riflettori sui problemi che affliggono l’area: la crisi dell’occupazione, il generale abbandono dell’area, le minacce del racket e la mancanza di un vero e proprio piano industriale per il rilancio di questo polo. “Carini è il territorio industriale più grande della Diocesi ed è anche un territorio di periferia, che da sempre la Chiesa di Papa Francesco ha a cuore – spiega Don Angelo Inzerillo, direttore dell’Ufficio della Pastorale sociale del lavoro dell’Arcidiocesi di Monreale e parroco della chiesa di San Giuseppe alla Stazione di Carini -. Da qui la scelta di organizzare il Giubileo del mondo del lavoro proprio nell’area industriale di Carini: per potere dare voce ad un territorio maltrattato e dimenticato”. “L’area di Carini è uno dei simboli della crisi del territorio palermitano degli ultimi anni – afferma Daniela De Luca, segretario Cisl Palermo Trapani – cogliamo così l’occasione dell’importante evento di venerdì che ci vedrà tutti insieme, lavoratori, industriali, istituzioni per lanciare un messaggio di speranza e soprattutto riprendere il filo del discorso che era stato avviato con l’accordo del 2011 sulla valorizzazione dell’area industriale di Carini, rimasto solo sulla carta, e che prevedeva il recupero della zona sul modello di Termini Imerese. Partendo, dunque, dal senso profondo del Giubileo, dare cioè la possibilità di una nuova vita più consona alla propria dignità nel lavoro, nella vita sociale, auspichiamo per i tanti lavoratori in attesa di risposte e per le loro famiglie, una nuova speranza di rilancio e crescita”. Si comincerà alle ore 16, al Centro direzionale di Carini, con il passaggio attraverso la Porta Santa e, alle ore 16:30, la celebrazione presieduta da Monsignore Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale.
Secondo il presidente di Confindustria Palermo, Alessandro Albanese, “è carico di significato il Giubileo del mondo del lavoro. Qui non ci sono parti sociali contrapposte, qui ci sono le forze economiche insieme in un momento importante di preghiera per tutti i lavoratori, una preghiera per il nostro territorio e per il suo sviluppo sano”. Un grido d’allarme lo lancia Giuseppe Russello, amministratore della Omer, azienda che opera all’interno dell’area industriale di Carini nel settore degli arredi interni e della componentistica per mezzi di trasporto ferroviario. “Negli ultimi anni abbandonate dalla politica, le aree industriali siciliane, e quella di Carini in particolare – dichiara Russello – assomigliano più a dei cimiteri che a delle aree destinate a creare occupazione e sviluppo. Sono delle discariche a cielo aperto, luoghi di estremo pericolo dove manca anche la luce. I potenziali investitori da queste aree scappano a gambe levate nonostante i milioni di euro spesi negli anni per la loro creazione e gestione e nonostante le risorse ancora oggi assorbite dai dipendenti dell’ente che dovrebbe amministrarle. Il mancato completamento, poi, della riforma delle Asi con la creazione dell’Irsap oggi ha lasciato le zone industriali siciliane definitivamente nel caos e le aziende da sole a fronteggiare problematiche insormontabili legate alla vivibilità ed alla sicurezza”.
Da tempo la Cgil ha acceso i riflettori sulle aree industriali di Carini, Termini Imerese e Brancaccio, preoccupati dalla desertificazione crescente del sistema produttivo. “Sul manifatturiero abbiamo da poco svolto un’indagine – ha detto Enzo Campo, segretario generale Cgil Palermo – perché riteniamo che la ripresa economica della Città metropolitana debba assolutamente ripartire dal consolidamento dell’industria manifatturiera e da un suo rilancio. Non c’è sviluppo senza un’industria manifatturiera adeguata, dall’agroindustria alla meccanica, con spazio per le imprese tradizionali e per quelle innovative”.
Al termine delle celebrazioni religiose il Giubileo del mondo del lavoro darà spazio agli interventi istituzionali: dall’assessore regionale alle attività produttive Maria Lo Bello al commissario straordinario dell’Irsap, Maria Grazia Brandara, ai rappresentanti di imprese e sindacati.
Ad aderire all’iniziativa anche la Uil che fa un’amara riflessione sul mondo del lavoro nell’isola. “La Sicilia resta la prima regione d’Italia con il maggior numero di disoccupati e lavoratori più poveri – ha detto Giovanni Sardo, componente della segreteria della Uil Sicilia -. Nel 2016 le nuove assunzioni sono state quasi 63mila, 37mila delle quali a tempo determinato. Ed è anche la regione con il maggior numero di voucher da 10 euro venduti e dove a trionfare è il lavoro “povero”, cioè da 400 euro al mese. L’unico da difendere purtroppo perché offre un accesso al mercato. A soffrire maggiormente è il settore dei call center che oggi conta 16 mila addetti: il 94% di questi operatori è part time a meno di 30 ore settimanali. Un altro settore in forte crisi è quello dell’edilizia: dall’inizio dell’anno ad oggi sono solo 64 i bandi di gara pubblicati sulla Gazzetta ufficiale: sono opere e lavori di manutenzione alle infrastrutture siciliane e solo 11 sono quelle che riguardano la provincia di Palermo. Per non parlare del crollo dell’occupazione, che negli ultimi anni ha registrato una perdita di circa il 40 per cento”.

 

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