Piano industriale Unicredit, previste 1.300 assunzioni. First e Fabi “si proceda, da troppo tempo in Sicilia l’Istituto non assume”

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L’accordo del 4 febbraio sottoscritto in Unicredit, prevede, per i 3.900 esuberi, la volontarietà delle uscite e, in cambio, 1.300 assunzioni. Il rapporto sarà di un’assunzione ogni tre uscite e verranno stabilizzati 600 contratti di apprendistato.
“Riguardo alla nuova occupazione – affermano Gabriele Urzì e Giuseppe Angelini rispettivamente Segretari Nazionali di Gruppo First Cisl Unicredit e FABI – Unicredit ha dichiarato la propria disponibilità ad effettuare nel periodo 2017/2019 un piano di nuove assunzioni, con l’inserimento di 1.300 risorse. Le entrate saranno suddivise nei tre anni in tranches di pari entità e visto che è confermata la volontà di dare un contributo alla crescita e sviluppo del sistema Paese, tenendo conto delle specificità geografiche e anche delle aree del Mezzogiorno e delle zone disagiate, ci aspettiamo un congruo numero di assunzioni in Sicilia dove, da dieci anni ormai, nuovi assunti non se ne vedono”.
E a supporto di quanto affermato i Sindacalisti portano dati concreti. “Uno degli ultimi gruppi di neo assunti del 2016 – continuano Urzì ed Angelini – composto da 24 colleghi, è stato così distribuito sul territorio: 12 a Milano e provincia, 4 a Bologna, 1 a Udine, 2 a Torino, 1 in provincia di Firenze, 1 in provincia di Perugia, 1 in Puglia, 1 in provincia di Modena, e 1 a Roma. Ed è solo uno dei tanti esempi”
“Vigileremo attentamente sull’andamento delle uscite volontarie e sulle nuove assegnazioni – concludono i sindacalisti – al fine di evitare la desertificazione di alcune aree a favore di altre. Non si comprende la ratio della distribuzione dei neo assunti e l’esclusione della Sicilia e soprattutto di Palermo considerata erroneamente ancora “piazza calda”. Il personale della ex Direzione Centrale del Banco di Sicilia presente in città, oltre che falcidiato dagli esodi volontari degli anni precedenti, è stato reimpiegato (si sottoscrisse apposito accordo nel 2008) in poli di attività lavorative, purtroppo a volte a non elevato contenuto professionale, creati sul territorio palermitano ad hoc; da allora sono passati nove lunghi anni”.