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“Ci sono state molte interpretazioni sulle parole che Papa Francesco ha rivolto alla Cisl ed a tutto il sindacato ieri . Ma noi pensiamo che il monito, l’appello di Papa Francesco sia stato quello di rappresentare i bisogni degli ultimi”. Cosi la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, al Congresso del sindacato in corso a Roma. La Furlan è tornata a ringraziare anche Papa Francesco che ieri aveva ricevuto i delegati della Cisl. “Questo vuol dire che il Papa è convinto che il sindacato ce la può fare a portare a vanti questa esigenza e lo ringrazio tanto per averci riconosciuto questo ruolo, lo ringrazio da cattolica e come donna sindacalista che ha scelto di fare questo mestiere proprio per mettersi al servizio degli altri. Abbiamo fatto tanto per il nostro paese e continueremo a farlo”. “L’unità sindacale – aggiunge Furlan – si costituisce con le idee e con le strategie comuni dove le nostre piattaforme diventano motivi ed elementi di sfida del sindacato che lanciamo a tutto il paese. Molti si chiedono a che cosa sono serviti i sindacati italiani in questi anni. Spesso con tono di non ammirazione”. Sulla riforma fiscale sono contenta che sia Camusso che Barbagallo” abbiano colto quello che abbiamo lanciato ieri nella relazione, cioè l’esigenza di una piattaforma comune per adeguare il sistema in modo più favorevole al mondo del lavoro, ai pensionati e alle imprese”. Tra gli interventi di oggi infatti quello della segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, era tra i più attesi. “Insieme possiamo dare voce al lavoro e forza alla rappresentanza – ha detto Camusso – in un tempo in cui la disintermediazione sembra l’unica risposta alla crisi e una politica troppo autoreferenziale. Dobbiamo dare risposte alle diseguaglianze crescenti e alla mancanze di diritti, dando certezza alla contrattazione e ricostruendo dal basso una vera solidarietà”. Camusso ha dato la sua disponibilità alla costruzione di una Piattaforma unitaria sul fisco “È giusto e necessario porre il tema del fisco ma non e’ sufficiente e forse e’ sbagliato che si concretizzi solo con l’intervento sul cuneo fiscale e la decontribuzione temporanea. Dobbiamo impegnarci tutti a costruire una piattaforma unitaria che incroci anche la questione salariale e provi a misurarsi col tema del lavoro povero”. Ed è tornata sul tema delle pensioni. “Siamo assolutamente contrari agli automatismi sull’aumento dell’età pensionabile – ha ricordato Camusso -, non erano questi gli impegni presi con il governo che deve accelerare sulla seconda gamba della riforma, dando seguito ai tavoli concordati”. Per essere uniti “non c’è bisogno di cambiare le nostre radici”. Così il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, nel suo intervento durante i lavori congressuali, ha tenuto a ribadire l’importanza dell’unità sindacale, che “ha bisogno di regole, nel rispetto reciproco, per favorire la realizzazione di risultati concreti!. Tra le priorità , ha sottolineato inoltre, la necessità di una “vera” piattaforma fiscale che metta al centro lavoratori e pensionati, stanchi di pagare per gli evasori, e permetta di abbattere il debito pubblico. Subito dopo gli interventi di Luca Visentini segretario generale dela Ces Confederazione Europea dei Sindacati e di Romano Prodi. “Oggi ci sono tante visioni di Europa -spiega Visentini- anche dentro il sindacato, e diverse situazioni e sensibilità nei vari Paesi, nelle istituzioni e nelle forze politiche. La CES è fortemente impegnata a ridurre le differenze, per convergere verso un forte progetto di Europa sociale. Ieri Gentiloni ci ha detto che l’economia italiana è ripartita; ci sono timidi segnali di crescita, ma non è consolidata e sufficientemente robusta, e non si è trasformata nella creazione di posti di lavoro di qualità, che resta l’emergenza europea assoluta. Per fortuna l’onda populista xenofoba ed antieuropea, che aveva raccolto consensi anche tra i lavoratori, è stata fermata, sta arretrando”. E molto applaudito quello dell’ex premier Romano Prodi. “Il sindacato – afferma Visentin . sia protagonista della lotta per l’equità: senza il sindacato la centralità del mondo del lavoro non esiste. Nel nostro Paese è totalmente accettata l’enormità delle disuguaglianza: non reagisce più nessuno al fatto che un operaio guadagni 300 volte in meno di un alto dirigente. Ricordo che 35 anni fa, quando parlai di un divario salariare di 30 a 1, ricevetti tantissime lettere di approvazione”. Ma contro la disuguaglianza nel lavoro per Prodi “serve la necessità della rinascita della politica: il poco lavoro che c’è va distribuito secondo un assetto complesso. E bisogna parlare di cose scomode. Sento parlare di aliquota unica. Allora abbiamo perduto l’anima. Facciamo pagare il 45% a chi paga 20mila euro come a chi guadagna 20 milioni. Dove andiamo a finire?”. “Oggi faccio sostanzialmente il predicatore”, dice, “o l’Europa si impegna insieme, o il mondo del lavoro continuerà a soffrire e molto. I cambiamenti che si stanno verificando nel mondo del sono forti e non diminuiranno di intensità e l’euro rimane l’unico strumento che abbiamo in mano per costruire il nostro futuro. Realizzare l’Europa e mettere assieme, nella pace, tanti Paesi è uno sforzo lungo, difficile e che richiede tempo. L’Europa ha portato una pace stabile nel continente e, dunque, se si vuole realizzare l’unità, raggruppare il continente per il nostro futuro – ha concluso – dobbiamo fare questo sforzo”: