Reddito di inclusione, Ventura: “E’ solo punto d’inizio. Serve misura organica nazionale per famiglie in povertà assoluta e risorse adeguate”

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“Il Reddito di inclusione rappresenta l’avvio positivo di una strategia di contrasto alla povertà non certo il punto di arrivo, che ha bisogno di essere sostenuta e rafforzata investendo nei prossimi anni risorse adeguate e governando i processi di attuazione, in accordo tra tutti i livelli istituzionali ed insieme alle parti sociali”. E’ quanto sottolinea la Segretaria Confederale della Cisl, Giovanna Ventura, responsabile delle politiche sociali commentando le audizioni, tra cui quella delle Confederazioni sindacali, che si sono svolte oggi davanti alle Commissioni riunite Lavoro e Affari Sociali della Camera. “La povertà, specie quella assoluta, colpisce sempre più duramente le famiglie italiane soprattutto quelle numerose, con minori e di disoccupati. In questo senso è un bene che soprattutto quelle degli anziani grazie alla protezione pensionistica risultino, non escluse ma almeno un po’ più tutelate dal rischio dell’indigenza”, aggiunge la sindacalista della Cisl.
“Per questo è importante che si superi il welfare dei bonus, degli interventi sperimentali, una tantum o solo assistenziali adottati fino ad oggi, introducendo una misura organica di livello nazionale rivolta a tutte le famiglie in povertà assoluta, per costruire attorno ad essa un sistema di interventi che non si limiti a mantenerle in una condizione di dipendenza dai trasferimenti economici, ma promuova percorsi di inclusione sociale e di autonomia lavorativa”. Per la Ventura, “già a partire dalla prossima Legge di Stabilità servono, come proposto anche dall’Alleanza contro la povertà, ulteriori finanziamenti per giungere gradualmente a coprire per intero la platea dei potenziali beneficiari ed incrementare gli importi economici, ma soprattutto va definito il Piano nazionale per infrastrutturare il sistema dei servizi sociali territoriali garantendo, a partire dalla povertà, i livelli essenziali delle prestazioni sociali. Un aspetto questo troppo spesso trascurato rispetto all’erogazione monetaria, ma che rappresenta lo snodo nevralgico su cui puntare per costruire quella rete di prossimità ed opportunità concrete, che potenzia l’efficacia delle misure interrompendo la catena dell’isolamento e quindi dell’esclusione”.