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“La proposta conciliativa del giudice del lavoro non fa altro che confermare che la nostra opposizione espressa sul provvedimento che aveva sospeso nel 2014, senza retribuzione, diversi lavoratori della Portitalia, era assolutamente fondata”. Cosi Amedeo Benigno segretario Fit Cisl Sicilia e Nino Napoli segretario Fit Cisl Portuali, commentano la decisione del giudice del lavoro di Palermo Paola Marino, in risposta al ricorso ordinario presentato da 8 lavoratori della Portitalia, (società che gestisce i servizi portuali al porto di Palermo oggetto quell’anno di un provvedimento di sequestro), che erano stati sospesi senza retribuzione dall’allora amministratore giudiziario Cappellano Seminara. Il giudice ha stabilito i termini di una proposta di conciliazione considerando, di fatto, illegittima la decisione del datore di lavoro, proponendo così il pagamento del 50 per cento delle retribuzioni maturate nel periodo di sospensione, il pagamento in toto delle spettanze previdenziali e contributive e delle spese legali. “Quel provvedimento totalmente illegittimo – spiegano Benigno e Napoli – ha lasciato per circa un anno e mezzo i lavoratori senza alcun sostentamento e nella disperazione, senza avere alcuna responsabilità, anche perché era legato a un atto di sequestro considerato anch’esso illegittimo, come del resto ha sancito anche la Corte di Cassazione lo scorso mese di settembre”. I lavoratori hanno dato disponibilità per la conciliazione, l’azienda avrà tempo fino al 2 febbraio per rendere nota la sua posizione. “L’articolo 36 del contratto collettivo di lavoro del resto – commenta l’avvocato Francesco Todaro che ha assistito gli otto lavoratori- prevede che la sospensione possa essere applicata per motivi disciplinari, e che se si sceglie di applicarla per motivi diversi, il datore di lavoro è comunque tenuto a garantire la retribuzione”.