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“La lotta alla precarietà si fa rendendo più conveniente il contratto a tempo indeterminato: bisogna ridurre il cuneo fiscale ai contratti stabili, ed una parte deve andare alle buste paga dei lavoratori”. È quanto propone oggi in una intervista al Sole 24 Ore la leader della Cisl, Annamaria Furlan, all’indomani della presentazione del Dl omnibus a Palazzo Chigi. Furlan nell’intervista chiede anche l’apertura di un confronto che valorizzi il contributo delle parti sociali per migliorare il testo, soprattutto sul capitolo somministrazione.
“Come abbiamo sempre fatto, ricordiamo che le regole del mercato del lavoro non bastano, l’occupazione è generata dalla crescita. Accanto agli aspetti regolatori, bisogna aprire un confronto serio su temi come la formazione, la ricerca, l’innovazione, le infrastrutture, i tasti della crescita, come incentivare investimenti pubblici e privati”, aggiunge la segretaria generale della Cisl. “Le proroghe dei contratti a termine ci avvicinano all’Europa dove in media sono 2 o 3, mentre da noi scendono da 5 a 4; da questo punto di vista non vedo nulla di sconvolgente. Il problema è legato alla reintroduzione delle causali che scatta, però, dal rinnovo. Sediamoci intorno ad un tavolo, governo e parti sociali, per un confronto che valorizzi il contributo di imprese e sindacati per migliorare il testo”, e’ la proposta della Furlan per superare l’impasse. “Sono convinta che con la contrattazione aziendale potremo cogliere al meglio le specificità delle singole imprese. La contrattazione aziendale è lo strumento più idoneo per far fronte ad esigenze specifiche senza rigidità, nel rispetto dell’impegno alla riduzione della precarietà”. La Furlan insiste su un punto nell’intervista : “Il contratto a tempo determinato deve costare di più del contratto a tempo indeterminato. Bisogna accompagnare questo processo in modo virtuoso, agevolando le assunzioni stabili. Contro la precarietà occorre tagliare il cuneo fiscale ai contratti stabili, ma almeno una parte deve avere un impatto sulle buste paga dei lavoratori”.Sul provvedimento omnibus del Governo, la leader della Cisl dichiara di condividere di più la parte relativa alle delocalizzazioni. “Era un tema assolutamente da affrontare, perchè non si può assistere a multinazionali che vengono nel nostro Paese, prendono agevolazioni fiscali dallo Stato e dopo averne beneficiato spostano i siti produttivi altrove, lasciando i nostri lavoratori disoccupati”. Al contrario la Cisl sollecita modifiche sulla parte riguardante la somministrazione. “Immaginare di dover applicare le stesse regole del contratto a tempo determinato anche al lavoro in somministrazione ci lascia molto perplessi. Il lavoro in somministrazione costa molto, il lavoratore ha le stesse tutele contrattuali previste per i dipendenti, e risponde a necessità particolari dell’impresa. Sono due tipologie diverse e sarebbe un errore renderle assimilabili. Auspico che vi sia un ripensamento da parte della maggioranza” conclude la Furlan.