[print_link]
“Sulla piena funzionalità dei centri per l’impiego, il decreto legislativo 150 del 2015, che doveva ridisegnare reti e sistemi del lavoro, stenta ad entrare in una fase di piena operatività. Siamo in una fase di startup e già tre anni fa la Cisl aveva espresso perplessità e critiche in quanto il legislatore pensava di realizzare interventi di riforma, riorganizzazione e rilancio, a condizione che gli stessi non determinassero oneri nuovi o aggiuntivi di finanza pubblica”. Lo ha detto Luigi Sbarra, Segretario generale aggiunto della Cisl, nel corso di un’audizione davanti alla Commissione Lavoro del Senato, sul funzionamento dei servizi pubblici per l’impiego. “Ad oggi non riesce a decollare uno degli aspetti principali della riforma, che è il sistema informativo unitario. Si pensava di mettere in collegamento in Rete tutti i servizi pubblici e privati, ma ci pare che il sistema stenti a decollare, quando invece per noi rappresenta un fattore importante ed un elemento di assoluto valore delle politiche del lavoro, perchè può diventare una vera e grande piattaforma di servizio per l’incontro tra domanda ed offerta, per l’occupabilità, più in generale per le politiche attive. Ecco perchè è necessario rafforzare la mission dell’Anpal, la sua piena operatività, evitando di comprometterne la sua funzione in quanto è fondamentale per favorire una attiva “governance “multifunzionale”. Serve, inoltre, una vera integrazione, un convinto ordinamento tra tutti i soggetti chiamati in gioco in questo ambito specifico. I servizi per l’ impiego possono dare una spinta importante alla crescita del paese ed alla occupazione se investiamo e rafforziamo il capitale umano ad oggi sottodimensionato rispetto ad altri paesi europei: in Italia sono impiegati nei servizi per l’impiego 7.250 addetti contro la Germania che ne registra 118.200, la Francia che ne conta 48. 900 e l’Inghilterra con 79.200. Ecco perché siamo convinti che una manovra di rafforzamento del personale vada fatta, a cominciare dal reclutamento dei 1600 operatori da impegnare nei centri per l’impiego e per la gestione del reddito di inclusione. È comunque positivo il passaggio nel “contratto” di Governo sugli interventi, di 2 mld, a favore dei servizi per l’impiego. Ma bisogna ora tramutare in norme quanto previsto, la Legge di Stabilità può essere lo strumento capace di dare concretezza all’ investimento, puntando decisamente su formazione, crescita delle competenze, riqualificazione dei lavoratori”.