Fondi Ue, l’allarme Cisl “nell’Isola la spesa certificata è lontana anni-luce dal target stabilito, un’ipoteca che pende sulla regione”

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“Un danno che pagheremo a caro prezzo in termini di posti di lavoro. Che potrebbero nascere ma non vedranno mai la luce”. C’è allarme, in casa Cisl, per la cronica impasse della Regione sul fronte dei fondi europei. “Apprendiamo – afferma Mimmo Milazzo, segretario generale della Cisl Sicilia – che entro quest’anno andrebbero certificati 719 milioni di investimenti ai quali si aggiungerebbe un bonus di quasi 280 milioni. In pratica, circa un miliardo di spesa che darebbe ossigeno all’economia stagnante dell’Isola, che ha un tasso di occupazione giovanile che non arriva al 30% e il primato negativo in Europa per occupazione femminile: il 29,2%”. Invece, punta il dito la Cisl, la Regione pare sia ferma a poco più di sei milioni di erogazioni certificate: “un abisso che, rispetto al target assegnato, resterà incolmabile pressocché in toto. Un danno e una beffa insieme”. Né può aver senso, sottolinea il sindacato, spendere per spendere per evitare che i soldi tornino a Bruxelles. Per progetti di bassa produttività e dalla altrettanto bassa redditività. “Ci auguriamo – scrive la Cisl – che la Regione riveda la macchina burocratica e tecnica che sovrintende alla spesa. Perché, evidentemente, qualcosa non funziona. Sul piano normativo, organizzativo. E della distribuzione delle competenze”. “E ci auguriamo – aggiunge Milazzo – che ad essere privilegiati siano gli interventi strutturali e infrastrutturali, a cominciare da quelli ad alta ricaduta occupazionale”. Poi, osserva il sindacato, c’è l’altra faccia della medaglia. Perché le erogazioni, se effettive, danno un colpo d’acceleratore all’economia: in termini di maggiore produzione, più reddito, più consumi, più Iva, più entrate fiscali. Anche per le casse regionali. Per contro, la paralisi della spesa dei fondi strutturali è un’ipoteca accesa sul sistema economico e sociale. “Il governo Musumeci – esorta la Cisl – metta mano alla questione, si confronti con le parti sociali. E imbocchi velocemente la strada che conduce fuori da un’emergenza imbarazzante”. (ug)