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Cgil, Cisl e Uil hanno riunito oggi a Roma gli Esecutivi nazionali per valutare il Def, la legge di Bilancio 2019 e presentare le loro proposte per la crescita e lo sviluppo del Paese. Duro il giudizio espresso sulla manovra del Governo che “mostra elementi di inadeguatezza ed è carente di una visione del Paese”. Le proposte delle tre Confederazioni contenute in una piattaforma rivendicativa approvata oggi dagli esecutivi unitari, verranno arricchite e discusse con i lavoratori, le lavoratrici, le pensionate e i pensionati in tante assemblee nei luoghi di lavoro e negli attivi unitari in tutti i territori, con l’intento di offrire al Governo quel “disegno strategico” che manca al rilancio del Paese ed aprire un confronto con l’Esecutivo. Nel frattempo Cgil Cisl e Uil si dicono pronte a sostenere le proprie proposte per la legge di bilancio anche “con le forme e gli strumenti propri dell’esperienza sindacale”.
Nella manovra, fanno notare i sindacati “mancano le risorse per gli investimenti, si preannunciano ulteriori tagli e si introducono misure che non determinano creazione di lavoro ma rischiano di rappresentare mere politiche di assistenza. L’ utilizzo degli oltre 22 miliardi di spesa previsti in deficit, deve quindi mirare a nuove politiche che mettano al centro il lavoro e la sua qualità, in particolare per i giovani e le donne e che siano in grado di contrastare l’esclusione sociale e la povertà”. necessario inoltre “puntare su processi redistributivi e di coesione nel Mezzogiorno”.
Quanto al reddito di cittadinanza i sindacati sottolineano come il contrasto alla povertà sia “senza dubbio una priorità per il Paese, ma” che “la povertà non si combatte se non c’è lavoro e non si rafforzano le grandi reti pubbliche del paese: sanità, istruzione e servizi all’infanzia e assistenza”.
Circa il capitolo previdenza per Cgil, Cisl, Uil “è positiva l’apertura di una base di confronto su quota 100, ma manca qualunque riferimento alla pensione di garanzia per i giovani, agli interventi a favore delle donne, ai lavoratori precoci e lavori gravosi e la separazione tra previdenza e assistenza”. Per i giovani i sindacati chiedono una ‘pensione contributiva di garanzia’ da calcolare non solo in base al numero di anni di lavoro e contributi versati, ma anche dei periodi di formazione e di quelli di bassa retribuzioni: per le donne, le più penalizzate da quota 100, il riconoscimento di dodici mesi di anticipo per ogni figlio e il riconoscimento del lavoro di cura svolto in famiglia.
C’è poi il capitolo investimenti pubblici, gli unici in grado di creare sviluppo e attivare occupazione, che dovranno salire fino al 6% de. Confermata la richiesta dei 41 anni di contribuzione per andare in pensione a prescindere dall”età e lo stop al meccanismo automatico di adeguamento alle aspettative di vita.
Cgil, Cisl, Uil critiche anche sul versante fiscale poiché “si sceglie di introdurre un nuovo condono premiando gli evasori e non si riduce il cuneo fiscale per i lavoratori e per i pensionati, non si prevedono né una maggiore progressività delle imposte e interventi sui patrimoni dei più ricchi e non si programma un deciso contrasto all’evasione”. Le tre confederazioni chiedono quindi la creazione di ”un’agenzia dedicata esclusivamente all”accertamento ed al monitoraggio della riscossione; l”estensione della ritenuta alla fonte anche per i redditi da lavoro autonomo, e l”introduzione di detrazioni per i servizi alle famiglie. Rendere tracciabili tutti i pagamenti con la moneta elettronica portando a 1.000 euro il limite per i pagamenti in contanti e stabilire ”’una regola d”oro” per cui tutti i redditi siano controllati almeno una volta ogni 5 anni. E ancora: stop alla flat tax ,”’sbagliata ed iniqua”’, e aumentare ”’significativamente” le detrazioni sui redditi da lavoro dipendente e da pensione con un meccanismo che riconosca un credito d”imposta anche agli incapienti; introdurre infine un nuovo assegno familiare universale con cui unificare l”assegno al nucleo familiare e le detrazioni per familiari a carico.
E poi l’Europa: per il sindacato il confronto con l’Europa sulla manovra “dovrebbe essere caratterizzato piu’ che da atteggiamenti strumentali spesso reciproci e da tensioni antieuropeiste, da una grande e seria battaglia per cambiare lo statuto economico europeo e le politiche economiche attraverso lo scomputo delle spese per investimenti materiali e sociali dal deficit, l’aumento delle risorse europee per gli investimenti; per la sostenibilita’ ambientale e per le politiche di coesione”.
Le tre confederazioni infine sottolineano la necessità di “ripartire dalla coesione, dall’inclusione e dall’integrazione, antidoti alle paure dell’altro, perche’ soltanto una buona politica di accoglienza, equa, solidale e sostenibile puo’ permettere una corretta integrazione, mettendo l’Italia al riparo da possibili degenerazioni razziste e xenofobe”.
IL DOCUMENTO
Esecutivi-cgil-cisl-uil-documento-Finale- Piattaforma-complessiva (1)