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“Le dinamiche della quarta rivoluzione industriale impattano nel nostro Paese con criticità profonde e strutturali, che richiedono politiche all’altezza, con investimenti in infrastrutture materiali e digitali, ricerca e innovazione, leve di specifiche di sviluppo per le Pmi e le imprese che operano nelle aree sottoutilizzate. Purtroppo sul fronte legislativo registriamo una grave involuzione su tutti questi temi: sia nel Decreto Dignità che soprattutto in Manovra, ma anche nel cosiddetto ‘Decretone’, vengono colpite le ragioni della crescita, del lavoro produttivo e della politica industriale”. Così Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto della Cisl, a margine dell’iniziativa “Smart union for a better future”, organizzata a Milano dalla Fim Cisl. “Serve un grande progetto su politiche attive, formazione continua e riqualificazione delle professionalità – aggiunge il sindacalista – che dia la possibilità a tutti i lavoratori di accedere alle nuove tecnologie abilitanti. Rispondere a questa domanda vuol dire operare sia sul fronte legislativo, sia su quello negoziale e bilaterale. Ma il Governo oggi non ha una politica industriale: la Legge di Bilancio smantella strumenti su formazione, ricerca e innovazione, dimentica il tema del Sud e delle infrastrutture, mortifica politiche attive e reti della conoscenza. Amplifica così il rischio di un ulteriore avvitamento: senza correzioni le ripercussioni su qualità del lavoro, occupazione e competitività delle imprese saranno molto pesanti. Quello che serve è un Patto Nazionale per la crescita, lo sviluppo, il lavoro, la produttività e l’innovazione: il 9 febbraio la Cisl scenderà in piazza a Roma, insieme a Cgil e Uil, per convincere il Governo a tornare sui suoi passi e dare una visione politica industriale al Paese incentrata sul lavoro produttivo, la coesione e l’innovazione”, conclude Sbarra.