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“E’ preoccupante la procedura di infrazione aperta nei giorni scorsi dall’Ue nei confronti dell’Italia sulle modifiche al Codice degli Appalti la cui interpretazione potrebbe aprire la strada al subappalto senza limiti ed alle infiltrazione della criminalità organizzata”.
Lo sottolinea in una nota il segretario confederale della Cisl, Andrea Cuccello.
“Potrebbe essere pericoloso, o peggio comportare un ritorno al triste passato, la modifica di alcuni articoli del Codice che sono stati messi sotto la lente dell’Unione Europea”, aggiunge Cuccello, che sembra non voler tenere contro delle situazioni presenti in ogni singolo paese. Bisogna fare molta attenzione quando si parla di subappalto laddove la commissione europea contesta il limite massimo previsto del 30 % possibile, ma anche quando si evidenzia sciaguratamente che non si può escludere automaticamente alla partecipazione di una procedura di appalto un’impresa che “abbia commesso violazioni gravi definitivamente accertate in materia di obblighi relativi al pagamento di imposte, tasse o contributi previdenziali” se non stabilita da una decisione giudiziaria definitiva, mettendo in discussione, il funzionamento del Documento Unico di regolarità contributiva ed il principio della giusta retribuzione. Non è un caso infatti che nel recepimento delle normative inerenti il codice degli appalti, nelle audizioni che abbiamo sostenuto e gli incontri svoltisi nelle Commissioni di Camera e Senato, abbiamo sempre evidenziato il tema delle vittime sul lavoro e delle infiltrazioni della mafia della n’drangheta, della camorra e della mafia come elementi di criticità, da contrastare in ogni modo”.
Per il sindacalista della Cisl “sono motivo di preoccupazione molte norme che riguardano la possibilità di ricorrere in maniera estrema al subappalto, un fatto che il sindacato ha sempre contestato, per la carenza dei principi di legalità, trasparenza, sicurezza, garanzie per i lavoratori, competitività e qualificazione delle imprese”.
“Per queste motivazioni, chiediamo al Governo Conte l’attivazione di quanto previsto dall’articolo 212 del codice degli appalti, ovvero una cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, prevista e mai attivata, che dal nostro punto di vista può diventare il luogo ideale per trovare una soluzione adeguata alla problematiche della regolarità, legalita’ e trasparenza degli appalti” conclude Cuccello.