Appalti: Cuccello, “assolutamente contrari all’abrogazione del codice”

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“Come Cisl siamo assolutamente contrari a chi chiede l’abrogazione del codice degli appalti”. Lo dichiara in una nota il Segretario confederale della Cisl, Andrea Cuccello, dopo l’audizione presso l’VIII Commissione Lavori Pubblici del Senato sull’applicazione del codice dei contratti pubblici“Siamo convinti, infatti, che più che una rivisitazione integrale dello strumento, sarebbe opportuna l’attivazione della cabina di regia tra tutti i soggetti interessati a vario titolo alla continua manutenzione e monitoraggio delle problematiche che potrebbero crearsi nel corso del tempo. Occorre azzerare la decretazione e in modo simmetrico far crescere il confronto e garantire maggiore stabilità e formazione della pubblica amministrazione per evitare il blocco dei bandi. Siamo convinti che l’Anac abbia svolto un notevole lavoro e che vada sorretta nella sua azione di bonifica e di ripristino della legalità, senza tentennamenti, insieme alla Magistratura, alla Guardia di Finanza ed al Nucleo Speciale Anticorruzione. Solo così, infatti, si potrà dare attuazione agli aspetti più qualificanti del Codice degli appalti che ancora non trovano opportuna o parziale applicazione, come la qualificazione delle stazioni appaltanti; la scelta dei commissari di gara attraverso l’estrazione da un albo; il rating di impresa; l’annosa questione del superamento della prassi delle deroghe per i singoli appalti della progettazione esecutiva. È necessario, poi, traguardare l’obbligo all’applicazione dei contratti nazionali di lavoro riferiti all’oggetto dell’appalto, i cosiddetti contratti Leader, sottoscritti dalle organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, nonché dai contratti in vigore per il settore e per la zona nella quale si eseguono le prestazioni di lavoro, con una particolare attenzione alle White list, per tutelare quelle imprese che operano nella legalità, sono in regola con i versamenti contributivi e non sono colluse con organizzazioni malavitose. Siamo certamente favorevoli ad una semplificazione dei processi, ma questo non deve tradursi in alcun modo in un “tana libera tutti” per i troppi avventurieri nel settore dei servizi e dell’edilizia. Proprio per l’edilizia, sarebbe opportuna la reintroduzione del documento unico di regolarità contributiva al posto del DOL per contrastare il fenomeno del lavoro sommerso ed irregolare, comprensivo della congruità dell’incidenza del costo della mano d’opera, collegandolo al cantiere ed agli Stati di Avanzamento dei lavori, incrociando i dati tra Casse edili Inps ed Inail”.