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“Chiediamo solo il rispetto dell’accordo del 2017 sul passaggio da part time a tempo pieno e il giusto riconoscimento per questi lavoratori, che con senso di responsabilità, da anni, garantiscono servizi fondamentali per la città”. Così Mimma Calabrò segretario generale Fisascat Cisl Palermo Trapani commenta l’incontro sulla vertenza Reset dall’esito interlocutorio che si è tenuto ieri sera a Villa Niscemi fra Cgil Cisl Uil e le loro Federazioni del Commercio, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, l’assessore alle Partecipate Marino, l’assessore al Bilancio Gentile, e i presidenti di tutte le partecipate del Comune di Palermo, Reset, Rap, Amat, Amap, Amg e Sispi. Nessun accordo ancora è stato siglato, ma l’incontro ha segnato passi in avanti verso la soluzione della vertenza. “Non si possono più tenere questi lavoratori in una condizione di disparità rispetto a quelli delle altre partecipate. Non ci sono lavoratori di seria A e di serie B, si tratta solo del riconoscimento di diritti”, aggiunge Calabrò. Secondo il segretario generale Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana, presente all’incontro di ieri sera, “è stato un incontro interlocutorio ma che apre la strada per giungere finalmente alla soluzione della vertenza per questi lavoratori. E’ stata fondamentale la presenza dei Presidenti di tutte le partecipate, perché solo con la collaborazione fra tutte, sarà possibile non solo risolvere la vertenza Reset ma impostare anche un piano di rilancio delle aziende e dei loro servizi che sono essenziali per i cittadini”. Al centro dell’incontro la mobilità interaziendale per i dipendenti Reset verso altre aziende partecipate. Su questo Cisl e Fisascat hanno chiesto all’amministrazione comunale, tempi brevi per i passaggi già definiti (Amat e Rap) e di verificare il miglior percorso possibile per le altre ipotesi di mobilità. I presidenti delle partecipate hanno espresso la volontà di assorbire il personale individuando prima i vari profili professionali necessari alle attività delle proprie aziende, tenendo conto anche della possibilità che fra il 2019 e il 2020 potrebbero crearsi carenze di organico legate alla cosiddetta Quota 100, ancora non quantificabili perché la domanda di pensione è su base volontaria.