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Pierluigi Manca, romano di padre sardo ma siciliano di adozione, è il nuovo segretario generale della Fai Cisl Sicilia, la federazione cislina dei lavoratori agricoli, dell’agroalimentare e dell’ambiente. È stato eletto nel pomeriggio dal congresso straordinario della categoria che in Sicilia associa 32 mila lavoratori e che Manca ha retto dal 2017 quale commissario. Il neo-segretario regionale ha alle spalle una militanza sindacale iniziata nel 1990, che lo ha impegnato prima nel dipartimento Industria della confederazione nazionale Cisl, a Roma, poi al vertice nazionale Fai. Presenti il segretario della Cisl Sicilia Sebastiano Cappuccio e il leader nazionale della Fai Cisl Onofrio Rota, Manca ha parlato di rilancio dei settori agroalimentare e ambientale siciliani: «Alla Regione – ha detto – chiediamo di aprire una stagione di riforme su forestali, consorzi di bonifica, pesca e Esa: tre asset strategici per la valorizzazione del patrimonio ambientale e avamposto di ogni strategia contro il dissesto idrogeologico». E a proposito di dissesto, ha sottolineato che «il 70% del territorio siciliano è a rischio: con 10 milioni di euro investiti in prevenzione se ne risparmierebbero 100 che si è poi costretti a spendere per il ripristino delle opere distrutte». «L’agricoltura – ha affermato Cappuccio – deve marciare su due direttrici: produttività. E sviluppo ecosostenibile. Ma il settore ha anche bisogno di una redistribuzione del reddito di filiera. Anche per questo va continuata senza sconti la battaglia, che è anche battaglia di civiltà, contro il cancro del capolarato». Sul caporalato si è soffermato pure Rota. «La federazione – ha reso noto – ha avviato anche in Sicilia una campagna di ascolto e denuncia mettendo a disposizione dei lavoratori il numero verde 800-199100». Sos caporalato il nome dato alla «mobilitazione contro lo sfruttamento del lavoro agroalimentare». Rota inoltre ha sollecitato «una regia nazionale partecipata del piano del governo, Proteggi Italia». (ug)