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“Combattere tutte le forme di disuguaglianza e quindi promuovere il buon lavoro deve rappresentare un obiettivo politico dei Governi del G20 per garantire dignità e reale libertà alle persone, la creazione di valore sociale per le nostre comunità ed una migliore distribuzione dei diritti di cittadinanza, di opportunità e della ricchezza prodotta”. È quanto ha sottolineato oggi la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan, a Tokyo nel suo intervento al Summit “Labour 20”, la riunione dei sindacati dei paesi del G20, in cui verrà presentata una dichiarazione per il vertice dei Ministri del lavoro che si terrà a Matsuyama dal 1 al 2 settembre. “Da troppi anni, a fronte della crescente globalizzazione della finanza e del commercio senza validi contrappesi, è diminuita la qualità del lavoro e della vita delle persone”, ha ricordato la leader Cisl. “La crisi esplosa nel 2008 è figlia di queste contraddizioni e dopo avere distrutto i risparmi ed i posti di lavoro di milioni di donne e uomini, ha aggredito i sistemi di protezione sociale. In altre parole, è cresciuto a dismisura il potere di pochi rispetto ai tanti e dei capitali speculativi rispetto alla vita delle persone. È giunto il tempo che questa distanza venga concretamente colmata- ha aggiunto la Furlan- anche perché siamo all’alba di una grande trasformazione tecnologica, che se non orientata, potrebbe aumentare ulteriormente le già notevoli e crescenti disuguaglianze”. Per la leader Cisl “per ridare centralità al lavoro, occorre definire un nuovo contratto sociale nel quale prevedere nuove regole di cittadinanza, strumenti universali di protezione sociale realizzabili anche in forme sussidiarie e la valorizzazione della contrattazione collettiva, che meglio di qualsiasi altro strumento sa mediare le istanze produttive e del lavoro coniugandole. Bisogna disinnescare le forme di dumping sul lavoro che scatenano una corsa al ribasso sulla qualità e dignità dello stesso”. Alla politica ed ai ministri del lavoro del G20, che si riuniscono in questi giorni con l’ambizione di rappresentare una forma evoluta di Governance Globale, la Furlan chiede perciò di “confermare la buona prassi che si è andata consolidando negli ultimi anni, ma anche di includere definitivamente e strutturalmente la rappresentanza del lavoro nell’architettura istituzionale del forum, rendendola una interlocuzione stabile”. La Furlan ha ricordato anche come in Italia la contrattazione collettiva copre l’85% delle lavoratrici e dei lavoratori, garantendo loro diritti retributivi, normativi, previdenziali ed assistenziali. “È questa la strada per assicurare la dignità alle persone ed una gamma di tutele che nessun salario minimo potrà mai garantire: per questo stiamo appunto chiedendo di estenderla anche agli ambiti oggi non ancora raggiunti. Non servono, quindi, misure indistinte imposte per legge, ma piuttosto sostegni legislativi alla diffusione della libera rappresentanza sindacale ed alla crescita della contrattazione collettiva, che per ragioni di conoscenza e prossimità sa realizzare migliori condizioni di protezione e sviluppo”.