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La Cisl ricorda oggi, Giornata Nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, le 368 persone che persero la vita nel tragico naufragio sulle coste di Lampedusa. Salvare le vite umane viene prima di tutto. È un dovere universale”. Così su twitter la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, commenta la IV giornata in memoria delle vittime dell’immigrazione, istituita due anni dopo la tragedia al largo di Lampedusa, il 3 ottobre del 2013. In una nota la Cisl sottolinea i dati del recente rapporto dell’OIM sui decessi dei migranti nel mondo che rilevano quasi 18.000 morti o dispersi nel Mediterraneo dal 2014 al 2018 (32.000 in tutte le rotte migratorie). “Ecco perché è assolutamente non più rinviabile un accordo tra i vari Paesi dell’UE perché si attui una politica comune e condivisa sull’accoglienza affrontando, innanzitutto con l’ONU, le innegabili violazioni dei diritti umani perpetrate nei campi di detenzione libica e portando a sistema le buone pratiche dei corridoi umanitari. Inoltre è necessario promuovere politiche d’ingresso regolare anche attraverso una programmazione dei flussi in base alle necessità produttive ed alle capacità di assorbimento dei sistemi socio-economici dei singoli Paesi. Anche in questo modo, infatti, si può contrastare il racket dei trafficanti di esseri umani ed avviare percorsi virtuosi di integrazione ed inclusione sociale come principali elementi per la sicurezza e la coesione. Siamo convinti che la regolarità degli ingressi possa divenire una condizione fondamentale per prevenire e contrastare lo sfruttamento e la schiavitù in ambito lavorativo. Di fronte al fenomeno migratorio la comunità internazionale, poi, deve interrogarsi su come aiutare “in loco” le popolazioni dei Paesi di origine dei flussi migratori, costrette a vivere tra guerre, persecuzioni e violenti sconvolgimenti climatici”, conclude la Cisl.