[print_link]
“Siamo in piazza per la nostra terza giornata di mobilitazione nazionale. Sono state tre grandi tappe di un cammino che ha scandito l’importanza del lavoro, della giustizia sociale, della coesione sociale. Oggi alziamo uniti le voci per rimettere al centro le ragioni del welfare, della terza età, di una riforma fiscale che alleggerisca il carico sui redditi medio-popolari da lavoro e da pensione”. Lo ha detto nel corso del suo intervento in piazza Santi Apostoli il Segretario Generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra. “Combattere disuguaglianze non è una scelta di parte. E’ dovere costituzionale. Rimettere al centro le realtà deboli, le condizioni di vita di milioni di persone, assicurare i più elementari diritti d cittadinanza da nord a Sud è la maggiore priorità economica che possiamo darci.
Serve una svolta sul contrasto alla povertà, sul sostegno alle famiglie, sulla legge per la non autosufficienza. Occorre investire su sanità, scuola, mobilità. E’ necessario assumere e stabilizzare il precariato storico delle Pubbliche amministrazioni, della scuola e della sanità, per stringere le maglie della protezione sociale in ogni territorio. Va data risposta in particolare a tanti pensionati che oggi si sentono trattati come il “bancomat” della società.
Qui si rischia di perdere la dignità di un Paese che non sa rispettare valorizzare il ruolo dei nostri Padri e delle nostre Madri, donne e uomini che reggono il welfare nelle nostre città, compensando le gravi mancanze delle nostre istituzioni. Sono ridicoli e offensivi i 7 euro lordi annui sulle pensioni. La rivalutazione deve essere piena e immediata, non può essere rinviata al 2022. Vergognoso anche solo averlo proposto. Bisogna superare definitivamente la Legge Fornero: noi diciamo che 41 anni di contributi devono bastare, che va valorizzata la maternità con un anno di contribuzione in meno per ogni figlio. Pensiamo vada confermata Quota100, insieme all’ApeSociale e a un allargamento del perimetro lavori usuranti-gravosi. Fondamentale costruire pensioni di garanzia per giovani intrappolati in percorsi frammentati. Serve un patto tra generazioni: non accetteremo mai la politica di chi ci chiede di scegliere tra i ragazzi o gli anziani. L’Italia si salva intera o non si salva. Infine il fronte fiscale, con un Patto che punti ad alleggerire il carico su lavoro e pensioni, che restano gli azionisti di maggioranza dell’erario. La riduzione del cuneo è un primo passo ma ancora troppo debole e largamente insufficiente. Sul piano politico i tavoli non sono mancati. Ma la qualità del confronto noi la misuriamo solo sul terreno dei fatti. Se il Presidente Conte vuole davvero il dialogo, metta in campo emendamenti di Governo coerenti con la nostra Piattaforma e finanzi subito una legge quadro sulla non autosufficienza. La mobilitazione non si fermerà fin quando non vedremo risultati concreti.