Coronavirus: Sbarra, “Smart working unica modalità veloce per evitare blocco attività produttive. Ma dove non è applicabile serve sostegno al reddito ” 

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Lo smart working è sicuramente uno strumento utile e moderno che va incentivato in tutti i luoghi di lavoro per contrastare gli effetti dell’epidemia da coronavirus, ed ha fatto bene il Governo ad estenderne, con un nuovo DPCM, l’applicabilità automatica senza accordo individuale fino al 15 marzo 2020, nelle sei Regioni in cui attualmente si registrano contagi”.  È quanto sottolinea il Segretario Generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra. “Negli ultimi anni vi è stata una grande diffusione quasi esclusivamente nelle aziende medio-grandi e sempre sulla base di accordi collettivi aziendali (nonostante la legge lo vincoli al solo accordo individuale) che solitamente prevedono la possibilità  che la prestazione avvenga in modalità di lavoro agile per alcuni giorni nella settimana”, aggiunge il numero due della Cisl. Quanto stabilito in questi giorni dal Governo rappresenta l’unica modalità veloce per evitare che certe attività si fermino ed è quindi comprensibile la deroga all’accordo individuale. Ovviamente ciò si giustifica solo in fase di emergenza, ed infatti il nuovo DPCM fissa una scadenza, dopo la quale sarà necessario stipulare un accordo con il lavoratore. Inoltre il sindacato si farà parte attiva per promuovere l’utilizzo di questo strumento in quante più aziende possibile, anche con specifici accordi aziendali e territoriali”. “Ma lo smart working sarà applicabile solo in una parte delle aziende. Per tutti gli altri lavoratori costretti a sospendere le attività lavorative, la Cisl lo dirà stasera alla Ministra Catalfo, occorrono misure immediate e generalizzate di sostegno al reddito, in quanto su di essi non deve ricadere alcuna perdita di retribuzione, né la costrizione ad utilizzare giornate di ferie o malattia”, sottolinea ancora Sbarra. “Sarebbe efficace individuare uno strumento specifico di Cassa integrazione in deroga, finanziato con risorse dedicate e adeguate, rivolto a tutti i datori di lavoro (aziende, enti, scuole private, etc), indipendentemente dai limiti dimensionali e a tutti i lavoratori, a prescindere dalla tipologia contrattuale. Per i lavoratori autonomi (collaboratori, partite Iva) andrebbe prevista  una indennità in cifra fissa. Va poi individuata una modalità di tutela del reddito anche per i lavoratori delle amministrazioni pubbliche, ai diversi livelli”.