Sanità: Furlan, “Giusta domani la mobilitazione delle categorie pubbliche per sollecitare assunzioni, più sicurezza, un contratto dignitoso”.

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“Dobbiamo dare risposte concrete agli operatori della sanità. Non basta dire ai medici, agli infermieri, al resto del personale, che sono eroi. Per questo fanno bene le nostre categorie pubbliche domani a mobilitarsi in tutta Italia per sollecitare assunzioni stabili, condizioni di maggiore sicurezza ed il diritto ad un contratto dignitoso”. Lo ha detto oggi concludendo il Consiglio Generale della Cisl Lazio, la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan. “Quando vediamo che sono previsti solo 400 milioni di euro per rinnovare i contratti pubblici ci rendiamo conto che questo è un paese dalla memoria corta. Rinnovare con le risorse adeguate i contratti è il modo migliore per aumentare l’efficienza e l’efficacia dei servizi pubblici, riconoscendo seriamente il contributo degli operatori della sanità e di tutti i settori della Pubblica Amministra ”, ha aggiunto la Furlan. “Ci sono circa tredici milioni di lavoratori che aspettano il rinnovo del contratto tra privati e pubblici. Rinnovare tutti i contratti è un fatto di civiltà fondamentale, ancor più necessario in questa stagione difficile. Non comprendiamo l’atteggiamento ed i ritardi delle nostre controparti. Solo con la contrattazione, sia nelle aziende sia nel settore pubblico, si possono governare le trasformazioni che stanno investendo il mondo del lavoro, regolare per esempio le opportunità dello smart working, uno strumento fortemente innovativo che deve svilupparsi attraverso la contrattazione con il coinvolgimento ed il protagonismo dei lavoratori”. Furlan ha sottolineato preoccupazione anche su come “stiano venendo al pettine in queste settimane di emergenza sanitaria i ritardi accumulati in questi mesi sul piano degli investimenti, i conflitti istituzionali tra Stato e Regioni, la frammentazione dei tanti sistemi sanitari, con un diritto alla salute messo fortemente a repentaglio in molte regioni, del nord, del centro e del sud”, ha sottolineato la leader Cisl. “Eppure le forze politiche continuano a discutere se ci servono o meno le risorse del Mes, pur sapendo che sono stati tagliati in questi ultimi anni ben 38 miliardi nella sanità pubblica. Tagli che hanno riguatdato uomini e mezzi. Il Mes è lo strumento finanziario che costa di meno rispetto agli altri fondi, con un’unica condizione: che le risorse vengano spese per rafforzare la sanità pubblica, a partire dall’assunzione e dalla stabilizzazione di medici ed infermieri e dagli investimenti nella medicina territoriali oggi praticamente inesistente. Non utilizzarlo sarebbe un errore molto grave”.

 

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