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“Se non costruiamo oggi, insieme, le condizioni di una ripartenza partecipata e socialmente sostenibile, rischiamo di innescare nel 2021 una tremenda bomba sociale ed economica. Il solo dato occupazionale fa tremare le vene ai polsi: alla fine del blocco dei licenziamenti saranno circa un milione i posti a rischio, a cui si aggiungono oltre 600mila posti perduti nell’ultimo anno tra contratti a termine e posizioni di lavoro autonomo, come conferma la Nota Congiunta Ministero Lavoro-Istat-Inps pubblicata oggi”. Lo ha detto Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto Cisl, in occasione del consiglio generale della Ust Cisl Bari.
“C’è da unire il Paese su obiettivi condivisi, con investimenti e strumenti che da un lato rispondano a una bruciante urgenza sanitaria e umanitaria, e dall’altro qualifichino l’agenda-sviluppo dei prossimi 20 anni. Un sentiero che non può essere tracciato al chiuso di stanze ministeriali. Al Presidente del Consiglio e alla Ministra del Lavoro Catalfo chiediamo di tornare subito sui binari di un confronto stabile con le parti sociali”.
Tre, per il sindacalista, le direttrici su cui puntare in Manovra: “il consolidamento degli ammortizzatori passivi, l’avvio di una solida architettura di politiche attive e lo sblocco degli investimenti produttivi”. In particolare, “chiediamo di allungare la Naspi a 36 mesi, cancellando il dècalage, di migliorare la DisColl, di creare uno strumento di tutela anche per i professionisti a partita Iva iscritti alla gestione Separata Inps ed estendere le protezioni anche ai lavoratori delle piccole e micro imprese, secondo meccanismi solidali, universali, mutualistici e assicurativi differenziati. Va poi reintrodotto l’Assegno di ricollocazione per chi beneficia della Naspi, rilanciati i contratti di solidarietà e assicurate transizioni lavorative protette e ben collegate a percorsi formativi”.
Determinante, per Sbarra, “è l’avvio di una strategia espansiva e inclusiva, fondata su un imponente stanziamento di risorse nazionali ed europee orientate su infrastrutture e politiche industriali, sanità e pubblica amministrazione; scuola e politiche sociali, sostegno alla non autosufficienza, rilancio delle competenze e riscatto del Mezzogiorno”. Un pezzo importante della sfida per lo sviluppo “si gioca sul versante della contrattazione e di relazioni industriali responsabili, innovative, partecipative”.
“Torniamo a chiedere all’Esecutivo di aprire il cantiere del Pnrr anche alle rappresentanze sociali. Sul Piano per ora non andiamo oltre le dichiarazioni d’intenti, eppure già si vedono clamorosi punti deboli, come nelle inadeguate dotazioni sanitarie. Tutto dipenderà dal modello di governance che si vorrà adottare. La Cisl non ha dubbi: serve corresponsabilità, serve concertazione”, ha concluso Sbarra.