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“Senza l’utilizzo completo del Recovery fund si rischia di non guardare al futuro e quindi condannare il Sud e in particolare le nostre province già martoriate dalla crisi, a una condizione di fragilità ancora più grave di quella attuale. Bisogna dunque bisogna accelerare con i progetti ed è necessario che vengano condivisi con le parti sociali.”. A ribadirlo è stato il segretario generale della Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana, aprendo così i lavori del comitato esecutivo del sindacato riunito in videoconferenza. “Dire no al Mes significa respingere risorse adeguate e necessarie anche per potenziare la medicina territoriale e per tutto ciò che serve per tutelare la salute dei cittadini e rispondere in modo adeguato ai loro bisogni sociali e sanitari. A questo si deve aggiungere la necessità di includere servizi e assistenza offerta dalle figure professionali degli psicologi che affianchino i medici, a favore di coloro che soffrono in particolare di disturbi psico-fisici legati soprattutto alla condizione surreale legata al lockdown”. Secondo il segretario generale della Cisl Palermo Trapani: “purtroppo spesso, riscontriamo troppi disservizi negli uffici pubblici acuiti ancora di più dall’emergenza che stiamo vivendo. Servizi fondamentali come l’Anagrafe del Comune di Palermo continuano a non dare risposte a tanti, i più fragili che si rivolgono in questi giorni per pratiche fondamentali. Bisogna riorganizzare le prestazioni, la giusta tutela della salute dei dipendenti deve camminare di pari passo alla capacità di fornire servizi adeguati ai cittadini che oggi hanno ancor più bisogno”. La Piana ha poi aggiunto, “non è più rinviabile una riforma complessiva della Pubblica Amministrazione che deve ridare speranza ai giovani per un futuro occupazionale certo e stabile. Non solo mirata alla digitalizzazione ma anche all’inserimento di nuove figure professionali in linea con il tempo che viviamo. Bisogna mettere infatti in condizione i comuni di rendere esecutivi e cantierabili i progetti e i fondi che arriveranno, questo può ridare ossigeno ai territori”. “Sulle politiche sociali seve un lavoro congiunto con i Distretti sociosanitari per individuare bisogni concreti e modalità di cure che arrivino fino agli ultimi, ai più svantaggiati, ai nuovi poveri, e finora non è stato così. Bisogna programmare nuovi interventi strutturali anche attraverso la collaborazione e il lavoro sinergico fra enti e privato sociale”. Sulle nostre aree industriali rimane la consapevolezza, spiega La Piana “è che nulla di ciò che è stato annunciato ha avuto luce: dalle Zes, ai piani di rilancio e tutto ciò che può portare allo sviluppo economico e a reali posti di lavoro. Questo dimostra come tutte le misure che pensano all’occupazione come la decontribuzione, un sistema fiscale agevolato, devono essere associate a investimenti strutturali. Solo cosi infatti gli imprenditori seri potranno essere invogliati a impiantare la loro attività utilizzando manodopera locale”