Report BesT Istat 2024, Cisl Sicilia: “Indici negativi per le tre città metropolitane siciliane che sono in fondo alle statistiche per benessere equosostenibile. Per superare le disparità, serve strategia mirata che parta da sinergia di sindacati, imprese, istituzioni locali e governo regionale”

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Il report BesT 2024 di Istat mette in luce diverse criticità nei principali indicatori di benessere equo e sostenibile per le città metropolitane siciliane, tali da essere un ostacolo al miglioramento delle condizioni di vita, alla crescita dei territori e in generale allo sviluppo complessivo dell’isola. Bisogna ripartire con un approccio integrato che metta insieme economia, ambiente, salute, infrastrutture e capitale umano”. Così il segretario generale della Cisl Sicilia, Leonardo La Piana commenta i risultati statistici del rapporto BesT 2024, presentato oggi dall’Istat, che analizza vari aspetti di qualità della vita come salute, istruzione, lavoro, ambiente e coesione sociale.” Dai dati – sottolinea La Piana – emerge un contesto sociale ed economico che evidenzia un divario forte con altre aree del Paese. Un gap che riguarda tutte le città della Sicilia, accomunate da condizioni di complessità e disagi”. Tra le città del Meridione, come si legge nel report, Catania e Messina presentano una quota di svantaggi con percentuali superiori al 70%, mentre Palermo è poco al di sotto con il 67,7%. La disuguaglianza si registra anche nella distribuzione del reddito sostenibile, nella carenza di risorse educative, nella salute, nei livelli di istruzione e formazione e nel segmento del lavoro. “Le città metropolitane siciliane, come Palermo, Catania e Messina – afferma il segretario generale della Cisl Sicilia – registrano tassi di occupazione e reddito medio, inferiori rispetto ad altre regioni italiane, segnalando una diffusa difficoltà economica. L’ambiente urbano soffre di problemi legati alla gestione dei rifiuti e alla scarsa disponibilità di spazi verdi. Il tasso di raccolta differenziata è tra i più bassi d’Italia, con Palermo e altre città metropolitane ben al di sotto della media nazionale; le aree verdi per abitante sono insufficienti, specialmente nelle zone urbane densamente popolate. Le città metropolitane siciliane mostrano inoltre basse percentuali di diplomati e laureati rispetto al resto del paese. Questa situazione è aggravata dall’elevata migrazione di giovani laureati verso il nord Italia o l’estero, impoverendo il territorio di capitale umano qualificato e riducendo le opportunità di sviluppo economico e innovativo. L’accesso ai servizi sanitari in Sicilia è limitato rispetto a quello di altre regioni italiane, con lunghe liste di attesa e minore disponibilità di strutture mediche adeguate, specialmente nelle aree metropolitane densamente popolate. È evidente che c’è un tema che riguarda la qualità della vita, in un ampio quadro di disparità su cui occorre intervenire, per raggiungere un’equità sostenibile”. Per il segretario generale della Cisl Sicilia, servono azioni mirate per affrontare sfide economiche, ambientali e sociali nelle città metropolitane siciliane. “È chiaro che un ruolo importante lo svolgono i fondi Ue e del Pnrr che vanno utilizzati per interventi efficaci in ogni ambito– aggiunge La Piana – ma il vero punto di partenza è l’elaborazione di una strategia sinergica che coinvolga le parti sociali e datoriali con le istituzioni locali e il governo regionale. Solo così si possono porre le condizioni per costruire un futuro più equo e sostenibile, in linea con gli obiettivi nazionali ed europei”.

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