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“Bisogna intervenire per salvaguardare il potere d’acquisto delle pensioni. E’ un dato davvero preoccupante infatti che il 64, 3 per cento degli assegni pensionistici sia inferiore nel nostro paese a 750 euro. Una percentuale che addirittura arriva per le donne al 78,2 per cento. Si dimostra che le continue manomissioni del meccanismo di perequazione operate dai Governi che si sono succeduti negli anni non hanno rispettato i diritti dei pensionati, considerando la rivalutazione come se fosse un privilegio e non una giusta difesa del potere d’acquisto”. Lo sottolinea la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan commentando i dati di oggi dell’Osservatorio Statistico dell’Inps. “Sabato saremo nelle piazze italiane per sollecitare l’apertura di un tavolo serio di confronto con il Governo sui necessari cambiamenti da introdurre alla legge Fornero, la più iniqua e dura normativa d’Europa. Non solo bisogna inserire criteri di flessibilità in uscita e riconoscere la diversità dei lavori, ma occorre prevedere meccanismi più idonei a salvaguardare il valore degli assegni pensionistici e ritornare alla normativa sulla rivalutazione annuale in vigore prima del blocco imposto dalla legge Monti –Fornero. Dobbiamo trovare un sistema per tutelare le pensioni in essere e assicurare un trattamento adeguato e dignitoso anche per i giovani, a chi ha svolto lavori saltuari, discontinui e con retribuzioni basse.
Sulle pensioni italiane grava, inoltre, come un macigno una tassazione doppia rispetto alla media europea e per questo è necessaria una diversa politica fiscale che sostenga i redditi dei pensionati anche realizzando la completa equiparazione della “no tax area” dei pensionati al livello di quella dei lavoratori dipendenti”.