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Continuano le verifiche degli accordi derivanti dal piano industriale 2018 di Unicredit, il cui piano di esodo ha fatto registrare un dato complessivo sulle adesioni superiore alle 5.640 uscite (2.400 + 2.700 + 540 deliberate nel CdA del 11 novembre 2015) complessive previste dalle due fasi del Piano. Questo comporterebbe, denuncia la First Cisl, solo un peggioramento delle condizioni di lavoro, già dal primo luglio prossimo, se le uscite non verranno compensate da un anticipo delle assunzioni previste dall’accordo 5 febbraio (700) e da nuovi ingressi in caso di accoglimento di richieste in numero superiore alle previsioni del Piano stesso.
“L’incontro svoltosi a Milano – dichiara Gabriele Urzì della Segreteria Nazionale First Cisl Gruppo Unicredit – si è particolarmente focalizzato sul tema occupazionale ed è stato stabilito che le parti si incontreranno per valutare – in caso di uscite superiori a quelle previste dagli accordi – ulteriori assunzioni rispetto a quelle definite dagli Accordi 28 giugno 2014 (800) e 5 febbraio 2016 (700)”.
“Inaccettabile poi la politica di assunzioni fin qui seguita – incalza Urzì – che non ha finora previsto aumento di organico in Sicilia, dove da quasi dieci anni non si registrano nuove assunzioni. Paradossale – continua il sindacalista – la mancanza di assunzioni anche dei lavoratori stagionali, in una regione ad alto tasso turistico dove in estate si registrano forti criticità. “In Sicilia nemmeno l’ombra di una assunzione. Abbiamo unitariamente stigmatizzato il fatto che, ancora una volta, la Sicilia resta esclusa dalle assunzioni, decisione che potrebbe configurare un disinteresse, tanto preoccupante quanto inaccettabile, da parte dell’azienda nei confronti di questa importante realtà”.