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“Le ordinanze regionali che impongono l’ingresso nella discarica di Bellolampo, in particolare dell’impianto di Tmb, di 1.500 tonnellate di rifiuti giornalieri (quasi il doppio della produzione giornaliera dell’intera città) e impossibile da sottoporre interamente al trattamento; l’improvviso decreto regionale di rilascio dell’autorizzazione di impatto ambientale sulle cinque vasche di Bellolampo, nonostante il pronunciamento del Tar del Lazio che non individuava certamente la Rap quale soggetto deputato; lo strano testacoda della Regione siciliana sul cosiddetto ‘capping’ la barriera a copertura della discarica sulla sesta vasca prima obbligatorio, già in fase di esercizio dell’impianto nonostante la norma imponesse altro, ed oggi invece considerato fattibile anche alla fine del raggiungimento dell’intera capienza della discarica”. Sono alcuni dei motivi per i quali esprimono forti preoccupazione sul futuro, i sindacati di Rap, Fp Cgil, Fit Cisl , Uiltrasporti, Fiadel, Ugl e Filas annunciando “se su questi temi e altri, continueremo a registrare pericoli per la tenuta economico-finanziaria dell’azienda e rischi per il mantenimento dei livelli occupazionale, saremo pronti anche allo sciopero generale”. I sindacati di Rap spiegano, dunque, tutte le motivazioni. “Troppi avvenimenti in un arco di tempo così ristretto e dentro una continua contrapposizione politica tra il Presidente della Regione e il Presidente dell’Anci Sicilia diventano inevitabilmente quasi una prova che induce lavoratori e sindacati ad alzare la soglia di attenzione sulle sorti dell’azienda e dei propri lavoratori” spiegano i responsabili aziendali dei sindacati Giuseppe Spadaro Fp Cgil, Vincenzo Traina Fit Cisl, Gianni Acquaviva Uiltrasporti, Luisa Milazzo Fiadel, Antonino Vaccaro Ugl e Carmelo Giallombardo Filas. “L’invito rivolto a tutti – spiegano – è quello di non consumare vendette politiche sulla pelle dei lavoratori della Rap e dunque sulla città che comporterebbe inevitabilmente una dura presa di posizione dei rappresentanti dei lavoratori” . I sindacati lanciano un appello al sindaco di Palermo, “di ritirare il progetto di incrementare il numero dei lavoratori dipendenti della Rap con la mobilità interaziendale, dato che la società di piazzetta Cairoli si è già spesa a favore di aziende di ambito comunale al fine di favorire il recupero occupazionale di altri lavoratori, cedendo di fatto parti dei propri servizi e, quindi, proprie risorse economiche nell’ambito di una visione ‘consortile’”. I sindacati di Rap concludono “sarebbe inspiegabile per la società Rap che ha già dovuto subire una riduzione di 5 milioni di euro sul contratto di servizio nel corso del 2015, che ha già ceduto parte del servizio di manutenzione strade, ad altra azienda del comune, continuare a chiedere ai propri lavoratori di svolgere i servizi con una qualità del lavoro scarsa e precaria in termini di sicurezza, tutela della salute, mancanza dei dispositivi di sicurezza, insufficienza del parco mezzi, impiego improprio del personale sotto inquadrato e sottopagato, e quindi motivare quale necessario l’incremento del personale proveniente da altra azienda con relativo aumento del costo del lavoro, senza che tutto ciò non porti alla presa di posizione di chi ha già vissuto il fallimento della propria azienda”.