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“Impedire la svendita di Poste italiane”. È la parola d’ordine lanciata dai sindacati, che per il pomeriggio di oggi, fino alle 19 hanno organizzato sit-in di protesta davanti alle nove Prefetture della regione. La mobilitazione segue quella di qualche settimana fa, quando la manifestazione si tenne davanti alle sede regionale dell’azienda, a Palermo. Per Cisl Slp, Cgil Slc, Uilposte, Ugl Com e per gli autonomi del Failp e della Confsal, la dismissione accende un’ipoteca sul recapito postale e rischia di tradursi in un drastico taglio ai 140 mila posti di lavoro. In una nota che sarà indirizzata ai prefetti di ogni Provincia, i sindacati parlano di “tentativo in atto di scardinare l’assetto societario di Poste” con la riduzione al 35% della quota azionaria del ministero dell’Economia: una diminuzione del ruolo pubblico che, si legge nella nota, determinerà persino “una perdita secca per il ministero della Economia, stante il mancato incasso dei dividendi originati dalle positive performance di bilancio dell’azienda Poste. Il 2015, a tale riguardo, ha quantificato la perdita in 157 milioni di euro”. Così, denunciano le sei sigle sindacali, “da un lato si consolida la percezione di un percorso in direzione di interessi privati, dall’altro registriamo un tentativo, abbastanza palese, di marginalizzare il ruolo del sindacato, per estrometterlo dal compito di rappresentanza degli interessi dei lavoratori”. Insomma, quanto basta per dare voce al disagio con la protesta, che punta a sensibilizzare cittadini e istituzioni su una questione, precisa la nota, “i cui primi effetti sono visibili nella chiusura di uffici postali, anche nelle frazioni geografiche disagiate”. E negli “elementi di criticità” emersi, riguardo al progetto di recapito della corrispondenza a giorni alterni e sul piano della regolarità del servizio e degli standard di qualità.