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“Il nostro auspicio per l’incontro di domani è che vengano assunte decisioni serie e soluzioni immediate per il bene dei siciliani e per i lavoratori del settore. Non fingano il Presidente della Regione e l’assessore regionale ai Rifiuti di essere in accordo: non lo sono e lo sanno tutti per differenti appartenenze politiche e non finga il governo nazionale di bacchettare il governo regionale per poi consentire che l’ ‘affaire rifiuti’ in Sicilia resti affare solo per pochi a scapito dei cittadini e dei lavoratori”. Così la Fit Cisl Sicilia per voce del segretario generale Amedeo Benigno e il segretario regionale Fit Cisl Ambiente Dionisio Giordano rilancia le richieste del sindacato in vista dell’incontro di domani al Ministero dell’Ambiente con la Regione sul tema dei rifiuti. “Torniamo a ribadire che è necessario un commissario che attraverso poteri straordinari e procedure più snelle sia realmente in grado di avviare la costruzione di impianti finalizzati ad incrementare le pessime percentuali di raccolta differenziata, iniziare il recupero energetico attraverso i termovalorizzatori, ridurre le volumetrie di conferimento in discarica. Il governo nazionale conceda dunque il commissariamento che il governatore Crocetta aveva richiesto mesi fa o lo imponga, altrimenti sarà corresponsabile del disastro.”Un commissario che, attraverso poteri straordinari e procedure più snelle sia realmente in grado di avviare la costruzione di impianti finalizzati ad incrementare le pessime percentuali di raccolta differenziata, e ad iniziare il recupero energetico attraverso i termovalorizzatori, ridurre le volumetrie di conferimento in discarica”. “Riteniamo indispensabile che il commissario si doti di un ufficio costituito dalle ottime figure professionali presenti già al Dipartimento Regionale dei Rifiuti sia all’assessorato regionale Energia, in grado di monitorare la riscossione della tassa sui rifiuti da parte dei sindaci, oggi decisamente carente, e di completare l’operazione di transito dei circa 10 mila lavoratori alle nuove autorità d’Ambito così come previsto dalla legge 9 del 2010, per consentire finalmente alla Sicilia di rientrare in Europa almeno sul tema del ciclo integrato dei rifiuti”.
La Fit Cisl inoltre elenca in un documento tutte le conseguenze della cattiva gestione del settore degli ultimi anni. “Si tratta delle cose ‘realizzate’ in Sicilia dai diversi governi regionali negli ultimi 12 anni, comprese quelle fatte dall’attuale esecutivo guidato dal Presidente Crocetta”. Nel dettaglio la Fit ricorda:
– 1,8 miliardi di euro il debito accumulato dai 27 ATO Rifiuti dell’Isola;
– La totale disgregazione e frammentazione del sistema di gestione dei rifiuti nell’isola a cui la legge 3 del 2013, fortemente voluta dall’attuale esecutivo per favorire i sindaci ha certamente dato un grande contributo in negativo. La legge, infatti, traendo spunto dalla grande visione strategica di questo governo e della maggioranza parlamentare che lo tiene in piedi, ha di fatto consentito ad ogni singolo comune attraverso i cosiddetti ARO di riprendersi la gestione del servizio di igiene ambientale frammentando e frantumando il già precario ciclo integrato dei rifiuti in Sicilia e riportando l’isola indietro di 30 anni e non solo per la inefficienza del servizio, considerato che l’ANAC di Raffaele Cantone è più volte intervenuta sul cosiddetto ‘affaire’ dei rifiuti siciliani;
– L’abnorme ricorso ad ordinanze contingibili ed urgenti ex art. 191 del Testo Unico Ambientale del 2006 da parte di centinaia di sindaci dell’isola che ha di fatto determinato un utilizzo improprio di questo strumento normativo con modalità di “aggiudicazione” dei servizi da parte dei comuni, oggi sotto la lente di ingrandimento della magistratura:
– L’inconsistente infrastrutturazione impiantistica della Sicilia in tema di rifiuti, venuta tra l’altro alla luce con i fatti di luglio , che certifica l’incapacità anche progettuale del governo regionale. Non è un caso che, fatta eccezione per pochi casi di competitors privati locali, la costruzione di discariche e di TMB pubblici la si deve a poteri straordinari concessi dal governo nazionale a tecnici qualificati; l’esempio più eclatante i poteri straordinari affidati dal governo nazionale al dirigente Marco Lupo per l’emergenza a Bellolampo che ha portato alla realizzazione, in poco meno di 2 anni, della sesta vasca e dell’impianto di TBM nel sito palermitano e alle aggiudicazioni delle gare per le discariche di Gela, Enna e Messina;
– La perdita di circa 1000 posti di lavoro nell’isola e la non meno umiliante scarsa qualità del lavoro con i temi della sicurezza, omogeneamente disattesi in tutto il territorio regionale, e con ritardi sui pagamenti delle retribuzioni dei lavoratori, che, in alcuni casi, hanno raggiunto la soglia della mortificazione umana e della disperazione come ad esempio in provincia di Messina con 3 anni di ritardo negli emolumenti di una ventina di addetti all’igiene ambientale.