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“Con la nuova ordinanza del Presidente della Regione che impone alla Rap , a causa del rischio di saturazione della discarica di Bellolampo, di conferire 300 tonnellate giornaliere del cosìddetto sopravaglio, presso la discarica di Motta S. Anastasia di Catania, la frittata è fatta: con i costi di viaggio e di conferimento a carico della Rap, la Regione mette a rischio l’equilibrio economico finanziario dell’azienda di igiene ambientale del capoluogo siciliano, l’ amministrazione comunale non ha colto le ripetute sollecitazione del sindacato sulla necessità di una strategia sulla dotazione impiantististica a Bellolampo e la RAP deve completare la predisposizione dei progetti per la nuova vasca” . Ad affermarlo è Dionisio Giordano intervenendo sulla vertenza Rap. “Lo avevamo annunciato già nel dicembre 2015, quando le ordinanze regionali imposero alla RAP di ricevere presso la discarica di Bellolampo i rifiuti di circa 40 comuni della provincia, che il rischio di saturazione anticipata della discarica di Palermo avrebbe avuto ricadute economico-finanziarie sulla Rap con conseguenze sulla tenuta dei conti dell’ azienda di piazzetta Cairoli, paghi il governo Crocetta la mancata infrastrutturazione della Sicilia in tema di rifiuti e non i lavoratori”.“Abbiamo ripetutamente sollecitato l’ amministrazione comunale, la Rap ed il governo regionale– aggiunge Giordano – a guardare in prospettiva, fuori da logiche di contrapposizione politica, con il monito che eventuali effetti negativi non sarebbero dovuti ricadere sui lavoratori. Avevamo anche sollecitato la velocizzazione degli iter per la costruzione della settima vasca e per una maggiore spinta sulla raccolta differenziata”. “Sia chiaro a tutti gli attori interessati che l’incapacità, l’assenza di una reale strategia verso il tema delicato e importante come quello dei rifiuti in Sicilia, le logiche di contrapposizione politico elettoralistica, non saranno certamente pagate dai lavoratori della Rap ed invitiamo con urgenza, governo regionale, comune di Palermo e azienda a trovare la soluzione che eviti un nuovo dissesto economico finanziario dell’ azienda che certamente non vedrà i lavoratori spettatori passivi”.