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La priorità del lavoro che è fonte di coesione sociale e di dignità, la memoria di una strage come quella di Portella che ha segnato la storia. Sono stati i temi al centro della grande manifestazione del Primo maggio che si è svolta stamani a Portella della Ginestra alla presenza dei tre segretari confederali di Cgil Cisl Uil. La disoccupazione giovanile, la creazione di lavoro, la politica degli investimenti sono le priorità poste dai sindacati. La giornata era iniziata al cimitero di Piana degli Albanesi per rendere omaggio alle vittime della strage nel giorno del 70 esimo anniversario. Subito dopo il corteo al centro del paese con la sosta alla casa del partigiano dove i segretari hanno incontrato i due superstiti della strage del 1947. Poi il comizio a Portella luogo della strage dove in circa 10 mila hanno assistito all’intervento dei segretari e alla testimonianza dei lavoratori, giovani e disoccupati. “Se c’è una cosa che la crisi ha insegnato al Paese è che o tutto il Paese riparte, a partire dal Sud, o non supereremo mai totalmente la crisi” ha detto la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan. “Parlare di Sud è parlare di investimenti importanti, infrastrutturali, sull’occupazione, sulla ricerca, di cultura del lavoro e della legalità. L’emergenza che da tanti anni attraversa il nostro Paese è il tema del lavoro: come rilanciamo l’economia del paese, lo sviluppo e la crescita e come creiamo occupazione. Per i tanti disoccupati, in modo particolare i giovani, per i tanti lavoratori e le tante lavoratrici che ogni giorno temono di perderlo, il lavoro. Bisogna rilanciare un Patto sociale che davvero crei opportunità e lavoro, unica fonte di sviluppo e coesione sociale”. I lavoratori ha detto Furlan durante il comizio hanno bisogno di “reddito di inclusione non di carità, si mettano in campo veri interventi per il rilancio”. “Settanta anni fa – ha detto la segretaria della Cgil Susanna Camusso – la strage di Portella della Ginestra segnò il tentativo delle classi dirigenti di allora di fermare il lavoro, la distribuzione delle terre, di affermare la subalternità dei lavoratori. Non bisogna dimenticarlo perché è troppo facile costruire una narrazione per cui la responsabilità delle imprese diventano responsabilità dei lavoratori”. Secondo il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo “bisogna fare ripartire il mezzogiorno per far ripartire l’Italia”. “Bisogna lottare per la legalità, ma nello sviluppo” ha detto a margine del corteo per la festa dei lavoratori. “Proprio per il 1 maggio c’è da impegnarsi, se pensiamo che anche l’altro giorno è morto un giovane di 21 anni sul lavoro e un altro si è suicidato perché non trovava un’occupazione stabile, vuol dire che non abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare. Serve riprendere dal mezzogiorno”.