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Parte domani e sarà lungo un mese, lo sciopero dello straordinario che impegnerà i lavoratori siciliani delle Poste, per decisione delle segreterie regionali di Cisl Slp, Failp, Confsal e Ugl. L’astensione dalle prestazioni straordinarie, per protesta contro una serie di condizioni che ipotecano, secondo i sindacati, la qualità dei servizi, la situazione degli uffici e le prospettive dell’azienda, “in un clima esasperato dalla mancanza di corrette relazioni industriali. Persino arrogante e persecutorio. Anche per le esasperate pressioni commerciali”. I rappresentanti sindacali dei diecimila dipendenti siciliani dell’azienda controllata per il 60% dal ministero dell’Economia, lamentano che “dopo sei anni, restano ancora appesi al filo della precarietà, i 900 lavoratori part-time dell’Isola”; parlano di pesanti carenze di organico e di mancanza di auto e moto per servizio. Puntano il dito contro le “insufficienti condizioni di sicurezza e prevenzione degli infortuni nei luoghi di lavoro”. E denunciano il flop della riorganizzazione del recapito. E lo stop ai doppi turni in cinque province: nel Palermitano, nell’Agrigentino e nei territori di Catania, Messina e Siracusa. “Una chiusura di fatto, che è danno per la clientela e rischio di perdita di posti di lavoro”. Lo sciopero dello straordinario, con il rigoroso rispetto delle sei ore quotidiane di lavoro, “in assenza di fatti significativamente nuovi”, si concluderà il prossimo dieci luglio. “Ai lavoratori delle Poste che lottano per migliori condizioni di lavoro e una più alta qualità dei servizi – si legge in una nota – va la solidarietà della Cisl Sicilia”. (ug)