Ferrovie, oggi la protesta in piazza. Sindacati “stralciare l’articolato per consentire subito la firma del contratto di servizio”

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“Abbiamo proposto lo stralcio dell’articolato che riguarda il contratto di servizio fra Regione e Trenitalia per separarlo dal collegato alla legge finanziaria e accelerare la sua approvazione dato che non prevede la necessità immediata di risorse economiche, ma un impegno politico delle istituzioni regionali per salvare il trasporto ferroviario in Sicilia”. E’ la proposta presentata dai sindacati Cgil Cisl Uil, Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti al culmine della manifestazione per chiedere la firma del contratto di servizio fra Regione e Trenitalia, che si è svolta davanti l’Ars in piazza Parlamento, e durante gli incontri avvenuti nella sede del parlamento regionale. L’appello alla sigla del documento è stato ribadito dai segretari, Mimma Argurio della Cgil Sicilia, Mimmo Milazzo Cisl Sicilia, Claudio Barone Uil Sicilia, Franco Spanò Filt Cgil, Amedeo Benigno Fit Cisl, Agostino Falanga Uiltrasporti ai rappresentanti istituzionali presenti al tavolo, l’assessore regionale ai Trasporti Luigi Bosco, il dirigente del della Mobilità e dei Trasporti Fulvio Bellomo e il vicepresidente dell’Ars Giuseppe Lupo. “Una impostazione quella dello stralcio, condivisa anche da assessore, dirigente e vicepresidente Ars, ma dipenderà dal voto in aula. Invieremo una lettera unitaria ai capigruppo per sensibilizzarli e sollecitare il via libera e la firma del contratto di servizio”. L’emendamento da approvare infatti prevede un impegno finanziario di 86 milioni di euro ma a partire dal 2020 fino al 2026. Nella bozza del contratto presentato da Trenitalia infatti è l’aumento degli attuali 101 mezzi del parco rotabile (sei treni jazz sono già stati acquistati nel 2016), con 5 treni cosiddetti stadler e sei swing nel 2018, altri sei swing nel 2019, 10 diesel e 14 elettrotreni Alstom fino al 2020, e altri 4 unità elettrotreni fino al 2022. I chilometri treno passerebbero nel 2020 (finanziando 113,2 milioni invece degli iniziali 111,5 milioni di euro), da 9,5 milioni chilometri/treno a 10,5 nel 2018 e 10,9 nel 2021. Se il contratto non verrà siglato, il rischio concreto è la riduzione dei chilometri/treno dagli attuali 9 milioni e mezzo a meno di 9. “La Sicilia non può perdere questi investimenti e con l’apertura della tratta Palermo Punta Raisi, se non verrà siglato il contratto, il servizio ferroviario regionale, già carente, verrà depotenziato, i sei nuovi treni jazz già acquistati da Trenitalia, torneranno a Roma, il parco mezzi resterà inalterato perché l’azienda non procederà all’acquisto del nuovo materiale rotabile”. “Chiederemo anche l’interlocuzione del governo nazionale se dalle parole non si passerà ai fatti” hanno commentato i segretari. ”La Sicilia – concludono – non può continuare ad avere un servizio ferroviario inefficiente e insufficiente, con il contratto di servizio e l’acquisto di nuovi mezzi l’Isola potrebbe essere dotata finalmente di un trasporto degno per i cittadini e per i turisti, chiediamo un gesto di responsabilità alla politica regionale affinché si impegni subito”.