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“Anche per il tema delicato e strategico delle trivelle e degli idrocarburi, come già avvenuto in molte altre occasioni, il governo sta pensando bene di non coinvolgere sindacati ed aziende, giungendo a decisioni gravissime dal punto di vista economico ed occupazionale”. Lo dichiarano in una nota congiunta il Segretario confederale della Cisl, Angelo Colombini e la Segretaria Generale della Femca Cisl, Nora Garofalo. “In particolare- sottolineano- la posizione del ministro dell’Ambiente, arrivata senza un preventivo confronto con il mondo del lavoro, ha il demerito di mettere a rischio migliaia di addetti del settore, penalizzando fortemente uno degli anelli della catena energetica del Paese. Il Governo, ovviamente, è libero di prendere tutte le decisioni che ritiene legittime e giuste dal suo punto di vista. Ma quando queste decisioni impattano fortemente sugli equilibri sociali e del lavoro, si dovrebbe sentire il ‘dovere democratico’ di ascoltare preventivamente il parere delle parti sociali ed istituzionali più direttamente interessate. Questo metodo, come avvenuto in passato, favorirebbe scelte razionali, condivise e coinvolgenti dei protagonisti dei processi produttivi. Nel caso specifico parliamo di un settore che vede operativi diverse migliaia di lavoratori diretti ed indiretti: in alcune aree territoriali (Ravenna e Adriatico Centrale, Gela, Siracusa) le conseguenze sarebbero gravissime. Il sindacato non può assistere inerme a questo scempio. Il confronto è un principio fondamentale della governance dei meccanismi economici e sindacali e dovrebbe esserlo soprattutto in un Governo che vuole essere del cambiamento e del popolo. A proposito di popolo: si dovrebbe far riferimento all’esito del referendum di merito sulle trivelle, visto che in quell’occasione la maggioranza degli italiani, magari silenziosa, ma sempre maggioranza degli elettori, non andando a votare si è espressa contro la chiusura degli impianti di esplorazione ed estrazione degli idrocarburi”. “E quindi se cambiamento vuole essere- concludono- c’è da augurarsi che sia un cambiamento sul piano della partecipazione e della dialettica democratica con i soggetti organizzati della società che, nel caso, rappresentano i lavoratori e le imprese”.