Pensioni, Cisl “Quota 100 può essere nuova opportunità. Ma il 9 febbraio sindacati in piazza per riforma del sistema”

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“Quota 100, con cui si chiede un minimo di 62 anni di età e 38 anni di contributi può essere un’opportunità per molte lavoratrici e lavoratori, ma il sistema previdenziale dovrà continuare ad essere riformato. Ed è anche per questo che scenderemo in piazza il 9 febbraio con la grande manifestazione nazionale di Cgil, Cisl, Uil”. E’ quanto sottolinea il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga in merito al testo ufficiale del decreto legge che introduce la quota 100. “La Cisl auspica che molti lavoratori possano avere la possibilità di andare in pensione con le nuove regole e che da questo scaturisca, almeno in parte, un ricambio generazionale del personale nelle imprese e nel comparto pubblico.
Il decreto “quota 100” apre spazi di flessibilità nell’acceso alla pensione rispetto alla Legge Fornero ma non per la platea che avremmo auspicato dal momento che, come abbiamo ribadito più volte, tante donne e tanti lavoratori discontinui non riusciranno ad accedere a “Quota 100” perché 38 anni di contributi sono tanti e mancano meccanismi compensativi per queste situazioni, come ad esempio abbiamo ottenuto per le donne con figli nel caso dell’Ape sociale appena prorogata. E’ importante adesso verificare il cosiddetto “tiraggio” del decreto, ossia l’effettivo utilizzo da parte delle lavoratrici e dei lavoratori. Rispetto alla pubblica amministrazione, il nostro giudizio è di insoddisfazione, perchè purtroppo,ancora una volta i pubblici dipendenti sono discriminati rispetto al settore privato per effetto delle “finestre” lunghe di sei mesi e avranno la prima decorrenza utile per andare in pensione con quota 100 solo il 1 agosto a condizione che presentino la domanda di dimissioni entro il 31 gennaio, cioè entro 2 giorni, altrimenti la decorrenza sarà ulteriormente differita. Inoltre, la procedura per l’anticipo del trattamento di fine servizio tramite il prestito bancario è molto complicata e deve essere semplificata al massimo e invece saranno necessari sia un accordo quadro tra Ministeri, Abi e Inps, sia un DPCM che deve stabilire le modalità di attuazione delle norme. Inoltre, molto complessa è anche l’agevolazione fiscale che consentirebbe di compensare gli oneri del prestito che ricadono sul lavoratore. E’, quindi, opportuno che i lavoratori e le lavoratrici si rivolgano al Patronato per le consulenze del caso e per poter valutare con oculatezza la scelta da compiere. Noi come Sindacato continuiamo a ribadire la disponibilità per dare il nostro contributo a migliorare il testo nel corso dell’iter parlamentare di conversione”

 

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